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Da: Ufficio Stampa Gruppo PD Emilia-Romagna

I primi migranti sono arrivati in Italia e anche a Ferrara nel 2011 (sorvolerò su Governo e Ministro dell’interno). Me lo ricordo bene perché ero Presidente della Provincia. Fu costituito un tavolo tecnico-istituzionale provinciale per la gestione e uno dei primi paletti per la distribuzione dei richiedenti asilo fu “piccoli gruppi in grandi comunità”. Sui motori di ricerca credo si troveranno ancora tracce della discussione dell’epoca. So che in questi anni il sistema di gestione è cambiato, ma comprendo e condivido la preoccupazione dei cittadini di Ravalle per la notizia che, nei prossimi giorni, 35 richiedenti asilo potrebbero essere catapultati – loro malgrado – in paese

Stiamo parlando di 35 richiedenti asilo in una frazione di appena 300 abitanti, per lo più anziani, isolata, con pochissimi collegamenti con la città e quasi nessuna attività commerciale.

Non mi pare che soluzioni di questo genere possano favorire l’integrazione. Anzi, viene da pensare che si sia scelta la soluzione più comoda e più semplice per le istituzioni più che per le persone, quella che fa meno rumore e scontenta solamente 300 anime.

Mi pare si stia prendendo la decisione più facile anziché quella più giusta.

Auspico che si possa trovare ancora una soluzione diversa e confido che le Istituzioni, a partire dall’Amministrazione Comunale, propongano alternative che contemplino altre collocazioni e la suddivisione del gruppo in nuclei più piccoli.

Sono certa che Ravalle non si rifiuterà di fare la sua parte, ma deve essere una parte “sostenibile”. Non è mica così difficile costruire una proposta credibile e utile per gestire l’accoglienza e l’integrazione di 35 persone, 35… non 350 o 3500. È solo una questione di volontà.

Marcella Zappaterra, Consigliera regionale Pd Emilia-Romagna

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