Positive le prime proposte della ministra Bellanova, ma servono più risorse
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Da: Ufficio Stampa Cia – Agricoltori Italiani Ferrara
Per Agrinsieme Ferrara gli 80 milioni di euro in tre anni per le aziende che hanno subito danni da cimice asiatica devono essere solo il primo passo di un progetto di rilancio più ampio del settore frutticolo.
Una dotazione finanziaria di 80 milioni di euro in tre anni, una moratoria sui mutui in essere, nuovi strumenti assicurativi per il rischio in agricoltura e una riforma del Fondo di Solidarietà Nazionale. Sono questi i punti indicati da Teresa Bellanova, ministro delle Politiche Agricole, durante l’incontrato in prefettura con rappresentanti del mondo agricolo, per discutere della grave crisi del settore frutticolo colpito dalla cimice asiatica. Soddisfazione da parte di Agrinsieme Ferrara – il coordinamento che riunisce Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – per la disponibilità della Ministra insediata da appena un mese e per l’attenzione nei confronti del problema anche se, come spiega Stefano Calderoni, coordinatore di Agrinsieme:“I provvedimenti in favore delle aziende sono solo un primo passo per un sostegno che dovrà essere più ampio e soprattutto immediato”.
“Non è pensabile – continua Calderoni – che una dotazione finanziaria di 80 milioni di euro in tre anni sia sufficiente per risarcire le aziende colpite così duramente da cimice asiatica e Maculatura bruna e investire anche sulla ricerca scientifica. Anche la ministra Bellanova si è resa conto che si tratta di una prima tranche di risorse, che poi dovrà essere integrata, con risorse straordinarie da parte di Bruxelles, peraltro già promesse da Phil Hogan. Inoltre questi aiuti dovranno essere destinati anche alle strutture cooperative frutticole di conferimento, perché non sono solo i produttori ad aver subito danni, ma l’intera filiera della pera. Nel mio intervento a nome di Agrinsieme ho sottolineato, inoltre, la positività della moratoria sui mutui, che però dovrà essere accompagnata da una tutela “legale” alle aziende. Il rischio, infatti, è che non pagando le rate, il loro rating diventi negativo e li trasformi letteralmente in “cattivi pagatori” e questo naturalmente potrebbe creare più danni che benefici al settore. Ho altresì evidenziato la necessità di affiancare alle risorse stanziate per la ricerca scientifica sulla cimice asiatica, anche una dotazione per quella sulla Maculatura Bruna, un altro “flagello” per la pericoltura italiana, che sta facendo danni enormi. Accanto a nuove scoperte per limitare le fitopatologie serve poi una ricerca genetica all’avanguardia, perché solo con il cosiddetto “Genoma Editing”, possiamo pensare di coltivare piante più resistenti anche a problemi fitosanitari aggressivi e soprattutto limitare l’uso di prodotti chimici, per un’agricoltura più sostenibile.
Da ultimo, ma non meno importante, ho chiesto alla Bellanova un incremento dell’attività ispettiva sui prodotti frutticoli che arrivano al consumatore, perché la scarsità di prodotto italiano – ad esempio manca sul mercato il 50-60% di pere – può provocare la “sostituzione” con frutta proveniente dall’estero, magari spacciata per Made in Italy. Prodotti che non seguono i nostri disciplinari di produzione e non hanno una tracciabilità sicura. Siamo convinti – conclude Calderoni – che oggi si sia aperto con il ministero delle Politiche Agricole un dialogo assolutamente costruttivo e soprattutto basato su provvedimenti concreti che, in accordo con tutto il mondo agricolo, andranno applicati a brevissimo termine, per consentire alle nostre aziende agricole di uscire da questa crisi profonda e ripartire”.
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CIA FERRARA
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