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Da: Ufficio Stampa CNA Ferrara

“Sarebbe un pessimo biglietto da visita per il governo”.

“Sono molto preoccupato dalla possibilità che la Camera di Commercio di Ferrara venga commissariata sulla base di un emendamento inserito in uno stravagante decreto onnicomprensivo, magari votato a fiducia. Se ciò avvenisse sarebbe un bruttissimo biglietto da visita per il governo”

E’ molto netta la presa di posizione di Davide Bellotti, Presidente provinciale della Cna, che si schiera contro qualsiasi forma di accorpamento obbligatorio delle Camere di Commercio, e in particolare di quella di Ferrara.

All’origine del problema c’è il D. Lgs. 219 del 25 novembre 2016 sul riordino delle Camere di Commercio, che prevedeva, tra le altre cose, l’accorpamento delle Camere di Commercio con meno 75mila imprese iscritte.

Il processo di accorpamento è stato sospeso dalla Regione lo scorso gennaio: “Rendo atto a tutte le rappresentanze politiche regionali – prosegue Bellotti – di aver compreso appieno l’entità del problema causato da una incongrua legge che appiattisce i territori in base alla grandezza, rendendo virtuosi i grandi ed eliminando i piccoli senza guardare i dati che alla gente interessano: efficienza, ricaduta positiva sul sistema produttivo, capacità di sintesi per giungere ad obiettivi condivisi, bassi costi di gestione”.

Ora un nuovo emendamento rischia di rimettere tutto in gioco, imponendo alle 18 camere di commercio coinvolte dalla legge del 2016 – tra cui Ferrara – a scegliere tra accorpamento entro marzo 2020 o commissariamento. La commissione Politiche economiche del Consiglio regionale ha già preso posizione contro questo emendamento, votando una risoluzione ad hoc. Anche il Consiglio comunale di Ferrara ha dato un proprio stop alla fusione con un ordine del giorno della maggioranza.

“Se l’emendamento venisse approvato – ribadisce Bellotti – sarebbe un pessimo biglietto da visita da parte di un Governo che deve dimostrare vicinanza ai territori e capacità di ridonare alla nazione unità di intenti e voglia di sano protagonismo. Onestamente di giochi di palazzo e di scelte che si rivelano inutili, se non dannose, non ne possiamo proprio più”

Alla base del netto rifiuto per ogni ipotesi di accorpamento obbligatorio, conclude il Presidente di Cna, non ci sono solo ragioni politico-economiche, ma anche di rispetto della comunità: “dopo tutti i segni lasciati dalla crisi, gli accorpamenti di servizi, l’allontanamento delle istituzioni, la perdita di luoghi di dialogo e decisione, la perdita dei nomi identitari dei territori e quasi quello della provincia, oggi ciò sarebbe vissuto come l’ennesimo sfregio alla comunità. Le comunità desiderano competenza, merito e trasparenza. E tanta condivisione.”

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