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Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

Il consigliere regionale della Lega, Matteo Rancan: “Come è possibile che a ben 6 aggregazioni di Pro loco, pur avendo i requisiti richiesti dal bando, siano stati negati i contributi?” La candidata presidente della Regione del Carroccio, Lucia Borgonozoni: “Il sistema dei finanziamenti va ripensato, imporre le aggregazioni fra almeno 4 Pro Loco significa danneggiare le comunità più piccole”.

“Che senso ha fissare dei criteri per l’accesso ai bandi quando, in realtà, chi quei requisiti li possiede a tal punto da raggiungere il punteggio necessario per accedere ai contributi, alla fine non vede un euro?”.

Così il consigliere regionale della Lega, Matteo Rancan,riportando quanto accaduto nel “Bando per la concessione di contributi per la realizzazione dei programmi di attività delle Pro loco per l’anno 2019”, che si è concluso con una graduatoria che ha estromesso ben 6 aggregazioni di Pro loco (su un totale di 23 partecipanti) dai finanziamenti benché presentassero tutti i requisiti previsti dal bando per l’accesso ai contributi.

“Oltre un quarto delle aggregazioni di Pro loco partecipanti al bando sono state “ingiustamente” escluse dai contributi, benché avessero ottenuto un punteggio superiore a quello minimo richiesto per accedere ai finanziamenti e, soprattutto, nella totale assenza nel bando del criterio secondo il quale i fondi sarebbero stati erogati ad esaurimento. Pertanto rimane intatto il dubbio relativo a come mai i fondi non siano stati elargiti in base alla graduatoria stilata fra coloro che avessero raggiunto il punteggio minimo. Oltre alla beffa, in questo caso, le aggregazioni di Pro loco estromesse dai finanziamenti, si sono ritrovate anche a dover patire il danno economico connesso alle spese necessarie e al tempo dedicato per la partecipazione al bando” commenta Rancan.

Per la candidata presidente della Regione del Carroccio, Lucia Borgonzoni, “il sistema dei finanziamenti va ripensato, partendo dalla norma che impone che per accedere ai finanziamenti le Pro loco debbano aggregarsi almeno di quattro in quattro. Vien da sé che imporre le aggregazioni fra Pro loco significa danneggiare le comunità locali più piccole e periferiche, che non sempre riescono a fare gioco di squadra. Così com’è, questa legge non produce altro che una competizione a somma zero fra le comunità più piccole e più povere”.

“Pensiamo invece che la Regione debba premiare e incentivare i soggetti che promuovono una politica culturale, economica e turistica, anche nei centri più piccoli. Occorre maggior trasparenza nello stanziamento dei fondi regionali e maggior chiarezza riguardo all’assegnazione dei contributi. Non da ultimo, urge una valutazione adeguata delle capacità dei soggetti beneficiari, in quanto attualmente accade che non sempre vengano premiati coloro che sono realmente in grado di rivitalizzare il territorio” conclude Borgonzoni.

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