Da: Gruppo del Tasso
“Poesia per strada” al Ferrara Buskers Festival presenta i poeti Maria Borio e Fabrizio Lombardo
Il ritmo di un testo oggi diventa fondamentale per raggiungere il pubblico più vasto possibile, per stimolarne l’ascolto, in un momento storico in cui i contenuti subiscono un drammatico impoverimento, in cui sui social prevalgono i più violenti. Ma le parole continuano ad avere un peso e un senso; perciò il Ferrara Buskers Festival accoglie “Poesia per strada” per l’ottavo anno consecutivo. Venerdì 30 agosto, sempre nel cortile del Castello Estense, sempre alle 20 – durante la pausa degli strumenti – due poeti saranno intervistati sui ciottoli da Matteo Bianchi.
Ogni interpretazione della realtà che ha un cuore umano non può esimersi da ricercare il significato delle relazioni tra cose, persone, scene, momenti e situazioni. La nostra esperienza, pubblica e intima, è un attraversamento di relazioni. E la poesia parte da domande come questa: le dinamiche delle relazioni possono farci capire la realtà? «Non illudiamoci – risponde Maria Borio – nessuna formula, nessuna pista tecnica basta a dare una soluzione con uno spessore totalmente umano. La poesia può far risuonare la complessità della realtà portandoci dentro una visione. La poesia che non è portatrice di una visione non è poesia. La letteratura che non è portatrice di una visione non è letteratura. Il modo in cui la poesia può creare questa visione è ciò di cui tutti possono restare affascinati così come avere timore: la sua forma, che ci avvicina e ci può respingere, perché è qualcosa fatto non per la comunicabilità, ma per la comprensione». Oltre all’autrice di Perugia che presenterà il libro Trasparenza (Interlinea, 2019), a farsi largo tra la gente sarà la voce di Fabrizio Lombardo con le sue nuove Coordinate per la crudeltà (Kurumuny, collana Rosada, 2018). Il poeta bolognese non ha mai rinunciato al fascino della sperimentazione per liberare la forza della nostra lingua e dimostrarne l’aderenza alla realtà, per difendersi dall’individualismo dilagante, ovvero per dare significato e quindi valore alle esperienze quotidiane di ciascuno senza essere sopraffatti da lustrini e apparenze. «Come in un film di De Sica rifatto da Loach. / C’è anche il tempo / di dire due cazzate prima di entrare. Nel cielo artificiale, / dietro l’insegna dell’ipermercato. Alle nove gli scaffali saranno pieni». Secondo Lombardo, qualsiasi tipo di forma si rivela costruttiva solo se rispecchia la sostanza a cui viene applicata, ma applicata con coscienza, così la metrica in una poesia o i ruoli istituzionali in una società.
I poeti invitati
Maria Borio, nata a Perugia nel 1985, si è laureata in Lettere ed è dottore di ricerca in Letteratura italiana. Ha pubblicato le raccolte Vite unite (XII Quaderno italiano di poesia contemporanea, Marcos y Marcos, Milano 2015) e L’altro limite (Pordenonelegge-Lieticolle, Pordenone-Faloppio 2017). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, Pisa 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, Venezia 2018). Cura la sezione poesia di “Nuovi Argomenti”. Trasparenza, edita da Interlinea nella collana “Lyra giovani” diretta da Franco Buffoni, è il suo primo vero libro di poesia.
Fabrizio Lombardo è nato a Bologna nel 1968 e lavora per una catena di librerie. È redattore della rivista “Versodove” che ha contribuito a fondare nel 1994 e con la quale cura la rassegna “Passaggi di versi” all’interno di “Passaggi Festival della Saggistica” di Fano.
Ha pubblicato le raccolte Carte del cielo (VersodoveTesti, 1999) e Confini provvisori (Edizioni Joker, 2008) e Coordinate per la crudeltà (Kurumuny, collana Rosada, 2018), le plaquette Il cerchio e il silenzio (Squadro Edizioni Grafiche, 1995) e di quello che resta (Quaderni di poesia, 1998). Sui testi sono presenti in diverse antologie, su numerose riviste e quotidiani, tra cui: “il verri”, “Poesia” di Crocetti, “Private”, “l’Unità”, “Tratti”, “Atelier”, “La clessidra”, “Kult”, “Corriere della Sera” e “l’Ulisse”. Ha curato le note critiche al volume di Antonio Porta, Yellow (Mondadori 2002). È stato tradotto in francese, inglese, slovacco, serbo croato e spagnolo.
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