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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


Ad Orio (Bergamo) è possibile visitare fino a novembre una spettacolare expo organizzata dal Cracking Art Group, dove settemila animali realizzati in plastica riciclata danno vita ad un’Arca di Noè multicolore.

C’è tempo fino alla prima settimana di novembre per visitare la mostra “Il sesto continente”, organizzata dal centro commerciale Oriocenter in collaborazione con Cracking Art Group.

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Sculture in plastica riciclata di pesci

Oltre settemila sculture in plastica di grandi dimensioni che riproducono sei specie di animali, chiocciole, rane, suricati, lupi, rondini e pesci angelo, e che creano all’interno dello shopping center un momento di intrattenimento di grande impatto visivo ma anche di forte sensibilizzazione per il pubblico, come nella tradizione di questo movimento artistico.
Due sono gli obiettivi dell’evento espositivo: favorire la diffusione delle tematiche legate all’ambiente e all’ecosostenibilità, proteggendo la specie animale dai mutamenti climatici e dalle attività inquinanti dell’uomo, nonché di contribuire con la vendita delle opere alla salvaguardia del patrimonio storico e paesaggistico, finanziando con il ricavato il restauro di monumenti ed opere d’arte del nostro Paese.
Lo strumento ideato per comunicare il messaggio a favore dell’ambiente è originale: i visitatori di Oriocenter sono invitati a firmare una simpatica petizione sul sito www.ilsestocontinente.it per chiedere di non allontanare gli animali dalla galleria, dove si sarebbero rifugiati perché il loro habitat è minacciato.

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Rane multicolore

Il Cracking Art Group è composto da Renzo Nucara, Marco Veronese, Carlo Rizzetti, Alex Angi, Kicco e William Sweetlove, sei artisti internazionali che, sin dalla nascita del movimento artistico nel 1993, sottolineano l’intenzione di cambiare la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale e ambientale, unito ad un rivoluzionario uso di materiali plastici che evocano una stretta relazione tra naturale e artificiale.
La derivazione del termine “Cracking Art” deriva dal verbo inglese to crack ossia schioccare, scricchiolare, spaccarsi, spezzarsi, incrinarsi, cedere, crollare…
Per gli artisti appartenenti a questa corrente, Cracking è quel processo che trasforma il naturale in artificiale, l’organico in sintetico. Un procedimento drammatico se non controllato con coscienza. E’ proprio per evitare scenari disastrosi che hanno puntato sulla scelta di quel tipo di materiali (plastica riciclabile e rigenerata), scelta che si riflette nell’impegno sociale e ambientale del movimento.

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Banner con lumache giganti

Riciclare la plastica significa sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente, farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo ed esprimere una particolare sensibilità nei confronti della natura.
Negli ultimi anni, il Cracking Art Group ha realizzato diverse installazioni di Regeneration in piazze, monumenti, musei e centri commerciali, portando l’arte contemporanea a confronto con l’arte antica e monumentale [vedi].
Così lo storico dell’arte Philippe Daverio, che ha tenuto a battesimo la mostra di Orio, parla di questa particolare forma d’arte: “Il mio primo incontro con gli artisti della Cracking Art è avvenuto nel lontano 1995, quando ero assessore alla cultura del comune di Milano. La Cracking Art rappresenta un modo di offrire una seconda vita ai materiali che sono diventati rifiuti. Il primo modo di fare raccolta differenziata, attraverso un intervento etico che diventa un gioco ludico. Il centro commerciale di Orio Center evoca un mercato del ‘500 dove alla vita commerciale si aggiunge la vita sociale che diventa vita estetica, perché gli artisti della Cracking Art l’hanno vestito, donando ad ogni luogo un linguaggio immediato e colorato. Animali che trasformano l’edificio in un totem della comunicazione e un centro commerciale in una galleria d’arte dove ogni angolo racconta una storia”.
“Il sesto continente” è un’occasione davvero unica per vivere un’esperienza che emozionerà sia gli amanti dell’arte contemporanea che i visitatori di tutte le età, con un forte messaggio di speranza per il futuro del nostro pianeta.

Per saperne di più visita il sito [vedi]

Ferrara film corto festival

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dal 23 al 26 ottobre 2024
Quattro giorni di eventi internazionali dedicati al cinema indipendente, alle opere prime, all’innovazione e ai corti a tematica ambientale.

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Chiara Bolognini

Adora scoprire gli invisibili, dare voce a chi rimane nascosto, perché dentro tutti noi c’è sempre un mistero da svelare e qualcosa da imparare, condividere, amare. Di mestiere è giornalista e si occupa di comunicazione e marketing. E’ anche una counselor e una life coach, in formazione permanente. Adora il vino rosso, i tortelli con la zucca, la parmigiana, gli alberi, Mozart, Gaber e Paolo Conte. Ma soprattutto gli aquiloni e i palloncini che vagano, soli, nel cielo.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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