Inizia oggi – suppongo, spero e/o sono disposto anche a pregare – una nuova settimana libera da – o meno affollata di – strombazzanti, roboanti e pirotecniche celebrazioni per i 50 anni dell’allunaggio.
Mi scuso umilmente per il mio esordio da vero e proprio scunzamnestra ma non è colpa mia.
“Ho un brutto carattere”, “no grazie, non sono interessato” e/o “questa cosa dell’allunaggio ha un po’ – come si dice qui – cotto il razzo” sono solo alcune delle formule che mi sono trovato costretto a usare nei giorni scorsi in varie occasioni.
Ad ogni modo non è colpa mia e poi è vero, ho un brutto carattere.
Ci tengo però a precisare che non sono uno di quei negazionisti dell’allunaggio.
Ho solo un brutto carattere e non sono interessato.
Questo però non mi ha mai impedito – nel corso degli anni – di informarmi ossessivamente sul razzo Saturn V e su quell’uomo che si chiamava quasi come un asciugacapelli della Braun insomma, lui: Wernher Von Braun.
L’argomento è assai interessante.
Queste celebrazioni (almeno per me) un po’ meno.
Mi aspettavo qualcosa di più ma come si è capito ho proprio un brutto carattere e in più sono anche molto esigente.
Ma ormai chi se ne frega, il razzo è cotto e si è già raffreddato quindi anche a questo giro l’ho scampata bella.
Complimentoni a tutti, allora.
Soprattutto a quel ferrarese ignoto che – mi dicono, circa negli anni ’80 – inventò questa portentosa espressione che amo molto usare: hai/avete cotto il razzo.
Grazie di nuovo e via col pezzo a tema.
Poor Moon (Canned Heat, 1969)
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