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Da: La città che vogliamo Ferrara

L’interpellanza del Consigliere Soffritti, relativamente al delicatissimo tema delle adozioni e conseguentemente della genitorialità, rivela già dall’esordio una strumentalità irricevibile. Era prevedibile che Fratelli d’Italia approfittasse del primo episodio di cronaca conveniente per ergersi a difensore della famiglia, esclusivamente quella conforme alle proprie convinzioni, e della cosiddetta normalità. Tuttavia, ricondurre le ragioni di un’indagine consiliare, dai dubbi profili giuridici, sulla composizione dei nuclei familiari, per genere e orientamento sessuale degli affidatari, ai fatti tragici di Bibbiano, ci suscita, se possibile, uno sdegno più intenso del solito ed evidenzia, ancora una volta, l’assoluto disinteteresse per le sorti dei bambini. Ci pare che questo intervento si configuri come un autentico abuso discriminatorio intriso di pregiudizio. Alludere ad un disegno della comunità LGBTQ volto a diffondere aberranti perversioni, è segno di una ossessione patologica preoccupante, che evoca scenari molto pericolosi. Ricordiamolo ancora una volta, la nostra Costituzione ripudia il razzismo in ogni sua forma. L’orientamento sessuale, così come il genere dovrebbero essere considerati in ogni loro specificità semplicemente equivalenti. In ultimo esistono innumerevoli tipologie di famiglia, ma se attraversate da affetto e cura, sono l’unico luogo nel quale quale si dovrebbe poter crescere.

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