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Da: Ufficio Stampa
BONDENO (FERRARA), 30-05-‘19.
«Lavoriamo insieme per creare relazioni, ed un territorio che risponde in modo “smart” (intelligente) alle sfide del futuro». Il messaggio uscito dall’incontro tra Confindustria Emilia, mondo dell’impresa bondenese e Amministrazione comunale è forte e chiaro. A sottoscrivere, anche se per ora solo verbalmente questo accordo di collaborazione, sono stati ieri il vicepresidente di Confindustria Emilia, Gianluigi Zaina, ed il sindaco Fabio Bergamini, accanto ad una buona rappresentanza dell’impresa matildea. Quella, per la precisione, che si distingue con l’appellativo ormai noto di “Bondeno che lavora” e che sarà in fiera già a partire da giugno per presentare le sue eccellenze. «Questa non è più l’epoca dell’imprenditore che fa da sé, abbiamo bisogno di connettere le imprese, i territori, creare relazioni per un tessuto produttivo che sia in grado di diventare una “Smart Community”, ovvero un “territorio intelligente”». Il concetto espresso da Gianluigi Zaina, accompagnato dal responsabile territoriale ferrarese di Confindustria Emilia, Giacomo Pirazzoli, alla presenza di Paolo Orsatti (amministratore unico di Sipro), è uscito varie volte durante l’incontro con gli industriali. Un incontro iniziato allo stabilimento Ossind di Scortichino e proseguito poi nell’appendice conviviale al ristorante “La Carioncella”. «Le tre province che rappresentiamo (Ferrara, Bologna e Modena) – ha continuato Zaina – sono organizzate in 20 filiere che spaziano dalla ceramica al fashion, dalla meccanica alle biotecnologie. Se ragioneremo in modo da far sì che le nostre eccellenze possano contaminare gli altri settori, creeremo le condizioni per creare innovazione». In questo possono essere un elemento positivo sia la scuola che i giovani: «Dobbiamo lavorare – hanno aggiunto il sindaco di Bondeno, Fabio Bergamini, con il vicesindaco Simone Saletti – per sostenere la formazione delle figure professionali di cui il nostro vitale tessuto produttivo necessita». Avere buone scuole, centri professionali, Università, mondo dell’impresa e istituzioni locali unite, con progetti condivisi, può contribuire ad allargare gli orizzonti dei territori. «L’automazione verso la quale stiamo andando – ha concluso Zaina – eliminerà i passaggi ripetitivi dei processi produttivi, ma non farà scomparire il lavoro manuale che esalta la capacità del fare. Perché una macchina sarà pure capace di sfornare all’infinito un componente, ma ci sarà sempre bisogno dell’officina del fabbro che per prima sforna e inventa il prototipo. Valorizziamo, dunque, la capacità “del fare” e il lavoro manuale, che sono occasioni di formazione e crescita per il lavoratore di oggi e di domani».

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