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Da: Libreria Castello
Ciascuno ha una Sant’Elena che lo attende in fondo all’orizzonte. Oltre il mare tutti hanno una scadenza. Il nuovo romanzo di Roberto Pazzi immagina l’ultima notte in nave di Napoleone prima dell’esilio, Verso Sant’Elena (Bompiani) appunto, prima di svanire in mezzo al Mediterraneo. Lo scrittore lo presenterà sabato 20, alle 18, nello spazio di Librerie.coop del centro commerciale Il Castello. A introdurlo sarà Matteo Bianchi.
«Ho scelto di rianimare Bonaparte quando esce dalla storia poiché fino al viaggio sulla Northumberland apparteneva agli storici – motiva Pazzi – mentre spetta ai romanzieri raccontarne l’interiorità, i pensieri, il verosimile e il vissuto. E siccome i grandi uomini sono fatti della stessa sostanza dei piccoli, a galla tornano sempre le stesse fobie: la paura della morte, la nostalgia, il desiderio di avventura. Tutto ciò travolge l’imperatore nel frangente in cui la sua esistenza diventa memoria e il presente non c’è più, perché non c’è più tempo».
Verso Sant’Elena è bipartito: la parte concentrazionaria si svolge interamente al chiuso, nella cabina di Napoleone, la più bella. Nei pochi metri angusti che rappresentano una prigione gli fanno visita i ricordi del passato, si affollano i fantasmi, tra cui sua madre, suo figlio e il suo peggior nemico. Parallelamente, nella seconda parte intervengono coloro che lo avevano temuto perché erano stati vinti dalla sua spada, quando ancora non era nella polvere. Ed ecco che sulla terra ferma sfilano Pio VII, il papa che egli aveva fatto prigioniero, lo zar a Mosca, la moglie Maria Luigia a Vienna dove si concede a un nuovo amante, e infine il governatore, il suo tremendo aguzzino che si prepara per partire verso l’isola maledetta. È risaputo quanto Napoleone divorasse i libri e a soli quindici anni, sotto l’influsso di Goethe e di Rousseau, scrisse Clisson ed Eugénie, un breve romanzo (edito in italiano da Sellerio) nel quale il protagonista vacilla e non sa se seguire la via per la gloria personale o quella per godersi una famiglia e degli affetti.
«È stata la sua dualità a conquistarmi – incalza Pazzi – e così ho riportato Eugenie da lui come un’ombra per offrirgli una seconda possibilità, l’altra strada che avrebbe potuto essere la sua, al posto di quella intrapresa per essere un condottiero. Di pagina in pagina la giovane donna si rivela una sorta di Sherazad che annota sul diario di bordo i sogni che sta facendo Napoleone nella sua vita a rovescio. Libero oramai dal dover essere qualcuno, essendo un personaggio e non più persona, si abbandona alla tentazione di come sarebbe potuta essere la sua esistenza». La sua Sherazad rinvia lo sbarco, narrando, rinvia la fine di colui che rivoluzionò, nel bene e nel male, l’avvenire di milioni di esseri umani.

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