I DIALOGHI DELLA VAGINA
Comunicare a distanza: il pensiero dei lettori
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Siamo sempre capaci di parlare in modo diretto senza nasconderci dietro artifici? Ecco cosa pensano i lettori.
Errore fatale
Cara Riccarda,
una volta ho mandato, per sbaglio, alla mia fidanzata dell’epoca un messaggio che però era per l’altra. E lei ha pensato che l’amassi.
C.
Caro C.,
il destino ti rema contro, è evidente. Le dichiarazioni falle a voce e non sbaglierai destinataria.
Riccarda
Quattrocchi
Cara Riccarda,
per messaggio solo ci vediamo da te alle 21, il resto si fa guardandosi negli occhi.
Nicola
Caro Nicola,
si fa, giusto. Si fa tutto guardandosi negli occhi.
Riccarda
Buonanotte con dolcezza
Cara Riccarda,
mando i messaggi whatsapp senza punteggiatura e vengono letti con un significato diverso. Lui risponde al suo ritorno a casa usando la voce perché ci mette più impegno di me. E io lo ascolto mentre guardo mio figlio che finisce i compiti e preparo una cena al microonde. Alla fine ci urliamo addosso anche se lui la punteggiatura l’ha usata. Ci ritroviamo a letto e ci dispiace spegnere la luce così. Parliamo due minuti. Abbiamo chiarito.
V.
Cara V.,
mia nonna, che è stata pazientemente sposata con mio nonno per sessant’anni, un giorno mi disse che non si erano mai addormentati arrabbiati né lui era mai uscito di casa senza darle un bacio. A tutti dispiace spegnere la luce così, forse perché sembra di spegnersi un po’.
Riccarda
Lo scotto della comodità
Cara Riccarda,
come era più facile vivere senza whatsapp e dirsi le cose in faccia, fare le telefonate sul fisso di casa e scrivere lettere che poi non venivano mai spedite. Oggi non si parla, si scrive poco e male. E in una relazione a distanza i messaggi possono diventare un boormerang di fraintendimenti.
M.
Cara M.,
se guardo i miei legami, quelli che reggono ancora oggi, sono quelli nati tanto tempo fa quando sceglievo una persona per ciò che era senza la mistificazione e l’intermediazione del telefono. Oggi, purtroppo, le persone vanno e vengono, neanche il tempo di un vocale.
Riccarda
Logorrea bugiarda
Cara Riccarda,
la comunicazione, per come la si intende oggi, è spesso ingannevole, come ingannevoli sono le parole che si usano. Non serve a capirsi questa comunicazione. Capirsi è un’emozione che viene dallo sguardo, dalle parole ascoltate, dal tono con cui queste vengono dette, dalla gestualità e dalla postura. Anche un dialogo silenzioso è più eloquente delle parole, è la storia dei sentimenti a raccontarlo.
Paolo
Caro Paolo,
i sentimenti hanno una storia, hai ragione, che dovremmo lasciare un po’ più misteriosa, invece siamo sempre lì a spiegare, definire, chiedere, scoprire. Conosco una persona che parla pochissimo, ma ascolta molto, ha sguardi carichi di parole e gesti eloquenti.
Riccarda
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Riccarda Dalbuoni
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