Riaperture e la fotografia che ha riaperto Ferrara, successo con 4800 presenze per il photofestival
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Da: Riaperture Photofestival Ferrara
La sorpresa di luoghi di Ferrara mai riaperti prima, i viaggi nel ‘futuro’ delle mostre, l’umanità e le storie di tutti gli ospiti del festival, il successo di presenze da Ferrara e il resto d’Italia: si è conclusa con oltre 4800 visitatori la terza edizione di Riaperture Photofestival Ferrara.
Dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile 2019, Ferrara è stata un cuore pulsante di fotografia, grazie alle diciassette mostre in otto luoghi diversi di Ferrara che hanno coinvolto un pubblico trasversale, con oltre il 50% di presenze da fuori Ferrara: dalla Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’, la vera sorpresa della terza edizione, alle mostre di grandi autori italiani come Gianni Berengo Gardin e Francesco Cito, passando per gli incontri a Factory Grisù con giornalisti, realtà editoriali e progetti innovativi da tutta Italia, Riaperture ha trasformato ancora una volta Ferrara in un collettivo laboratorio fotografico, per raccontare tutti i futuri possibili.
‘Futuro’ infatti è stato il tema di Riaperture 2019, raccontato con mostre presenti in otto sedi diverse: oltre ai maestri della fotografia italiana come Berengo Gardin e Cito, erano presenti autori internazionali affermati o emergenti come Elinor Carucci, Simon Lehner e Tania Franco Klein. Il futuro è stato declinato sotto ogni spunto possibile: ambiente, tecnologia, lavoro, sesso, famiglia, generazioni, nuove malattie, Medio Oriente, diritti lgbt.
Anche il secondo weekend di Riaperture ha proposto un ricco programma di eventi paralleli ospitati a Factory Grisù. ‘È contemporanea la fotografia?’ è la domanda cui ha risposto Michele Smargiassi, giornalista di la Repubblica, con una lezione che ha coinvolto 150 persone sabato 6 aprile. Spazio anche alla storia di una vera e propria riapertura, ‘Edicola 518’: il fondatore Antonio Brizioli ha raccontato al pubblico di Riaperture come un’edicola nel centro storico di Perugia sia stata trasformata in uno spazio di produzione culturale. Molto partecipati anche i laboratori didattici per bambini, condotti da Rossella Ibba, e le visite guidate e i caffè con gli autori, novità di quest’anno che ha coinvolto sei hotel della città. Il festival si è chiuso con Francesco Comello, vincitore World Press Photo 2017: il grande autore di fama internazionale ha presentato il suo ultimo lavoro, ‘Yo soy Fidel’, per un evento in collaborazione con Fujifilm Italia.
«Riaperture conferma la sua crescita costante – spiega Giacomo Brini, direttore del festival – sia in termini di pubblico che di riscontri dall’esterno». La terza edizione ha confermato una formula «che coniuga contenuti mirati, la scelta di un tema, ‘Futuro’, che si apre in molteplici direzioni, con una ricerca continua di nuovi luoghi da proporre a cittadini e turisti, e la definizione di un programma collaterale di eventi sempre più corposo». Un festival che si è radicato nella propria città, con la scelta di lanciare l’anteprima con ‘Displacement’: una mostra dedicata a L’Aquila, dieci anni dopo il sisma del 2009, installata a cielo aperto, fruibile gratuitamente, lungo l’intera via Mazzini. La grande sorpresa tra i luoghi riaperti è stata sicuramente la Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’, insieme alla Cavallerizza, edificio militare chiuso dal 1997: ferraresi e turisti sono rimasti estasiati dalla riscoperta di uno spazio infinito, che Riaperture ha rivitalizzato per due weekend e mostrando come gli spazi da rigenerare «possono essere rimessi in moto grazie alla forza della fotografia e delle iniziative culturali».
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