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da: ufficio stampa Club Alpino Italiano

Milano, 1 agosto 2014

Il Cai è da sempre impegnato nella salvaguardia dell’ambiente montano. Il suo impegno è rivolto anche a garantire una frequentazione sostenibile, cioè una frequentazione che non procuri, o limiti al massimo, i danni all’ecosistema dovuti dall’attività dell’uomo, ricreativa e non.

Il traffico motorizzato sui sentieri produce un alto impatto ambientale sulla fauna, sulla flora e sul fondo dei di mulettiere e sentieri che i volontari CAI mantengono faticosamente e senza oneri pubblici (60.000 km di sentieri). Moto e quad rappresentano inoltreun pericolo per gli escursionisti ponendo un problema di sicurezza: chi si muove a piedi si trova ad essere l’utente debole anche sui sentieri.
Tutto ciò si trasforma in un disincentivo alla frequentazione non motorizzata della montagna e, quindi, un ostacolo allo sviluppo, alla valorizzazione e alla tutela del territorio montano, oltre al danno ambientale.

Da qualche tempo alcune Regioni stanno approvando leggi che, accanto ad alcune misure che vanno nella direzione della tutela delle rete escursionistca e della montagna, contengono norme e provvedimenti che ne favoriscono un uso inappropriato.

Nel caso dell’Emilia-Romagna il 26 luglio 2013 la Regione ha approvato la legge regionale n° 14 “Rete escursionistica dell’Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche”, che fornisce una definizione di escursionismo che non pone alcuna limitazione concettuale al fatto che esso venga praticato con l’utilizzo di mezzi motorizzati e prevede la possibilità di percorrere i sentieri anche con mezzi a motore, in evidente contrasto con la finalizzazione dei percorsi escursionistici, affermata dalla legge, alla“promozione delle aree naturali … e allo sviluppo sostenibile”.

La Lombardia, una regione la cui superfice montana è pari 1.032.322 ettari (dati Uncem, 2011), non è da meno. Il 9 luglio scorso il Consiglio Regionale ha approvato il Progetto di Legge 124 che consente ai Sindaci dei Comuni lombardi di autorizzare lo svolgimento di manifestazioni che prevedono l’utilizzo di mezzi a motore su sentieri, mulattiere e boschi. Il CAI Lombardia aveva lanciato una petizione on line per invitare i consiglieri a non votare il PDL (oltre 42.000 firme), ma dopo un primo congelamento della proposta che ne rimandava l’esame a dopo le elezioni, lo stesso è stato poi approvato. Tra gli esiti collaterali di questo progetto di legge vi è quello dimettere a serio rischio i boschi di pianura, già assediati e continuamente erosi dalle continue costruzioni.

Il problema è nazionale – si estende anche all’uso delle motoslitte nel periodo invernale – i due casi citati sono esemplificativi della situazione. È evidente l’incompatibilità fra escursionismo e motociclismo su terreno comune, che appare un paradosso anche rispetto ai progetti per la promozione e per lo sviluppo del turismo dolce, che richiedono investimenti modesti ma sono realizzabili solo con scelte precise e coerenti. Il nostro paese è percorso da una rete di itinerari di lunga percorrenza di grande valore naturalistico, storico e devozionale, che si appoggia in massima parte sulla rete sentieristica. Le numerose presenze di viaggiatori a piedi, provenienti spesso da altri paesi europei ed extraeuropei, su questi itinerari, dove vengono attivate iniziative imprenditoriali agro-turistiche anche da parte di giovani con possibili futuri sviluppi per l’economia montana, sarebbe fortemente disincentivata dalla convivenza con motociclette e quad.

Il CAI dice quindi no al traffico motorizzato indiscriminato sui sentieri di montagna. Tale aberrazione concettuale e giuridica non sarebbe possibile se il quadro normativo nazionale, a cominciare dal Codice della Strada, fornisse una definizione precisa di sentieri e mulattiere, finalizzandoli esclusivamente a transiti non motorizzati. Il CAI sostiene e supporta, ampliandone l’eco, le iniziative dei Gruppi regionali e le proteste degli escursionisti a difesa della rete sentieristica dalla inusitata apertura ai mezzi motorizzati.

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