FERRARA VERSO LE ELEZIONI
Un solo nome per la lista dell’area civica democratica
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Nel titolo c’è scritto: Verso le elezioni, in realtà siamo ormai al countdown. La primavera è in anticipo, la Sinistra e tutta l’area democratica e progressista in grande e colpevole ritardo.
La Nuova Destra, quella che ha tolto il doppiopetto e indossato il giubbotto antiproiettile, sembra davvero fortissima. Non ha idee, progetti, soluzioni da offrire alla città, solo una gran voglia di rivincita, ma appare unita più che mai dietro ad Alan Fabbri e prontissima alla contesa elettorale. Non dico una cosa nuova: per la prima volta dal Dopoguerra a oggi, a Ferrara la Destra parte come grande favorita.
Ma ha già vinto in partenza? Sarà il mio inguaribile ottimismo della volontà, ma resto convinto che la partita sia ancora aperta. Non è scontato che i cittadini ferraresi siamo disposti a riporre tutti i loro valori democratici nel cassetto e si lascino sedurre dal gran vento del populismo. E diffido dei sondaggi (sempre più spesso contraddetti dai risultati reali), compreso dell’ultimo commissionato dal Pd ferrarese. Insomma: come la pensano e come voteranno i ferraresi lo vedremo solo a urne chiuse.
Vedo e sento, però, come il pessimismo si stia diffondendo nelle file della Sinistra e del Centrosinistra. Un pessimismo che pare aver contagiato gli stessi esponenti della classe politica cittadina, sindaco e assessori compresi. Anche lo scontro interno, i rivolgimenti e i cambi di strategia del Pd ferrarese sono il frutto amarissimo di una classe dirigente che sembra aver dato per scontata la sconfitta e sta già facendo gli scatoloni e preparando le valigie.
Siamo al conto alla rovescia: se vogliamo provare a “salvare Ferrara”, se vogliamo andare avanti invece di tornare pericolosamente indietro, dobbiamo prima di tutto sconfiggere questo pessimismo: in noi stessi, in quelli vicini a noi, in tutti i ferraresi democratici.
Ma c’è una seconda condizione, senza la quale provare a vincere sarà impossibile: occorre unire il fronte della società civile democratica, di sinistra, progressista, antifascista, antirazzista… chiamatela come volete.
Con la candidatura di Aldo Modonesi, alla fine il Partito Democratico ha sciolto il nodo e si presenterà con una sua lista, magari con qualche piccolo annesso e connesso. Sarà una lista fortemente connotata politicamente, capeggiata da un assessore ed esponente di partito e che si batterà con forza per la “continuità”. Sappiamo tutti però che non basterà per vincere. Anche perché nel vasto campo democratico sono in molti a chiedere invece “discontinuità” nel governo della città: un cambio di passo, un salto di qualità: idee nuove e obbiettivi più coraggiosi.
Rimane così da capire come si presenterà l’area civica. Unita e con un programma efficace di rinnovamento, ovvero divisa in tanti rivoli e dietro a tanti nomi.
Il Pd e la sua lista di partito faranno la loro parte, ma oggi l’unica vera possibilità di contendere la vittoria alla Destra sta tutta nelle mani dell’area civica. Solo se si unirà sotto una unica lista e un unico nome, condiviso da tutte le varie anime presenti nella società ferrarese, scelto democraticamente da tutti e tutti insieme. Solo se sarà capace di far sintesi delle tante bellissime idee e proposte emerse in queste settimane nelle assemblee dei gruppi civici. Solo se saprà comunicare il suo programma innovativo casa per casa, potrà diventare la “seconda gamba” (o perché no, la “prima gamba”) in grado di battere al secondo turno la corazzata leghista.
In questo momento il quadro dell’area civica sembra ancora confuso. Sono già in campo alcuni auto-candidati civici (con un tot di like su Facebook ma idee pochine e poco seguito), e ci sono soprattutto tre folti gruppi di cittadini (i nomi ormai li conosciamo: La Città che Vogliamo, Il Battito della Città, Addizione Civica) che in questi mesi e settimane hanno elaborato programmi e obbiettivi per la Ferrara futura. Anche al loro interno, come è logico che sia, spunteranno nuove candidature possibili.
Tutto questo dimostra la ricchezza, la vitalità, la fantasia, la voglia di nuovo che anima la società civile ferrarese. Ma, alla fine, come si riesce a fare sintesi? Come si arriva a un programma e una lista comune e a un candidato unico condiviso?
La ricetta, non è poi così complicata, si chiama ancora una volta democrazia. Solamente un confronto democratico, aperto a tutti, potrà distillare le linee di un programma condiviso. E nello stesso modo dovrà essere democraticamente scelto il candidato sindaco di una unica lista civica – democratica? progressista? di sinistra? per favore non impicchiamoci ai nomi. Sarà quindi il candidato (dei 3 o 5 o 7 possibili) che verrà da tutti giudicato il più rappresentativo, il più competente, il più capace di attrarre consensi. E per lui potrà lavorare una squadra che nessuna lista a Ferrara si può permettere, almeno un centinaio di uomini e di donne, gli stessi che hanno partecipato attivamente alle riunioni dei tre gruppi civici.
L’area civica fin qui ha lavorato sodo e ha dato una grande lezione di partecipazione e di democrazia. Oggi però è chiamata all’esame di maturità. La stessa maturità che dovrà dimostrare ognuno dei candidati presenti o in fieri, facendo un passo indietro davanti a colei o colui che avrà ottenuto il maggior consenso, ma continuando ugualmente a impegnarsi per un comune obbiettivo.
L’appello di uno dei tre gruppi civici comincia con una bella citazione: “Ascoltare il battito della città per rigenerare la democrazia”. E’ questo che può e deve proporsi una grande e unita lista civica. Ed è di questo che Ferrara ha un grande bisogno.
in copertina illustrazione di Carlo Tassi
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Francesco Monini
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