Da: Istituto Gramsci di Ferrara
GIOVEDÌ 7 MARZO 2019 ORE 17-19 BIBLIOTECA ARIOSTEA FERRARA
LA MAGIA DELLE PAROLE
conferenza di Mauro Presini Maestro
introduce Roberto Cassoli
Al giorno d’oggi, sempre più adulti stanno usando un linguaggio sempre più povero; è un modo di parlare scarno, essenziale, ambiguo che sembra essere espressione della fretta di fare altre cose. Esprimersi sembra essere diventato qualcosa di superfluo e di faticoso; sembra quasi che si pretenda di essere capiti al volo senza però spiegarsi bene.
Oggi usiamo acronimi, abbreviazioni e adoperiamo lo stesso simbolo sul telefono per esprimere sentimenti molto diversi fra loro.
È una situazione preoccupante perché la povertà di linguaggio genera povertà di pensiero.
La scuola è un luogo privilegiato dove provare a costruire un argine a tale disastro culturale.
I bambini usano il linguaggio come strumento di scoperta del mondo e degli altri quindi iniziare a “giocare” con le parole insieme a loro è un modo per insegnare a conoscere, ad imparare e a creare i propri discorsi e a sviluppare i propri pensieri.
Dare ai bambini gli strumenti per “smontare e rimontare” le parole è un modo per far capire loro che, anche nel loro piccolo, possono influire sui pensieri propri e altrui attraverso le loro rielaborazioni.
In tal modo i bambini iniziano a rendersi conto che la realtà non è immutabile ma che loro stessi possono influenzarla e non subirla passivamente.
Il maestro Mauro Presini parlerà della propria esperienza professionale raccontando i “trucchi” delle “magie” che si riescono a creare in classe per insegnare divertendosi insieme, per abituare i bambini a tenere allenata la fantasia, per sviluppare la creatività e per iniziare ad irrobustire lo spirito critico.
Per il ciclo “I colori della conoscenza” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
VENERDÌ 15 MARZO ORE 17-19 BIBLIOTECA ARIOSTEA FERRARA
I DISCEPOLI E LE DISCEPOLE DI GESÙ
Dialogo tra Piero Stefani e Silvia Zanconato
Coordina Francesco Lavezzi
Lungo le strade della terra d’Israele, i discepoli costituirono un gruppo eterogeneo di persone, uomini che – in un modo o in un altro – hanno fatto la storia, ma anche donne che, oltre ogni convenzione sociale, hanno seguito Gesù, un Rabbi itinerante dotato di caratteristiche molto particolari. Vi fu però una differenza, gli uomini, a iniziare dai Dodici, furono chiamati dal Maestro, le donne scelsero invece di mettersi alla sua sequela di loro volontà. Discepoli e discepole furono spesso in difficoltà di fronte all’insegnamento di vita esigente proposto dal loro Maestro. Tuttavia furono sempre protagonisti imprescindibili nella vicenda umana di Gesù e, almeno in alcuni casi, si rivelarono fondamentali per la comprensione della sua stessa missione. Anche per Gesù vale la constatazione che non si è veri Maestri quando manca l’apporto dei discepoli.
A cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
GIOVEDÌ 28 MARZO ORE 17-19 BIBLIOTECA ARIOSTEA FERRARA
‘DA QUANDO NOI SIAMO UN COLLOQUIO/ E POSSIAMO ASCOLTARCI L’UN L’ALTRO’ (Hoelderlin) IN ASCOLTO DEL LINGUAGGIO.
Conferenza di Giuliano Sansonetti Docente di Filosofia Unife
Introduce Antonio Moschi
Questo verso del poeta romantico Hoelderlin ispira a Heidegger una grande riflessione sul tema del linguaggio, sul fatto che l’essere dell’uomo si fonda nel linguaggio e, soprattutto, nel “colloquio”. Ma che cosa significa colloquio e in che senso – come dice il Poeta – esso ci fa essere? Colloquio significa evidentemente il parlare insieme di qualcosa, sì che il parlare rende possibile l’incontro. Ma Hölderlin dice: “da quando siamo un colloquio e possiamo ascoltarci l’un l’altro”. Il poter ascoltare non è una conseguenza che derivi dal parlare insieme, ma ne è piuttosto il presupposto. Poter discorrere e poter ascoltare non stanno quindi l’uno senza l’altro. È nel colloquio, nel dia-logos, nel “parlare-tra” che consiste l’autentico essere dell’uomo
A cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
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