Un piano straordinario per far ripartire la filiera dell’edilizia
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da: Alleanza delle cooperative dell’Emilia-Romagna
Le proposte dell’Alleanza delle Cooperative dell’Emilia-Romagna al governo: situazione drammatica, bisogna agire in fretta. I presidenti Monti, Milza e Mota: servono interventi urgenti per la crescita
Un programma articolato di proposte per far ripartire il settore dell’edilizia, dare nuovo slancio alle imprese e tutelare i lavoratori del settore maggiormente colpito dalla crisi. Le proposte sono state presentate dall’Alleanza delle Cooperative Emilia-Romagna nel corso di un incontro che si è tenuto ieri, 29 luglio 2014, al ministero dello Sviluppo Economico per discutere della situazione del comparto dell’edilizia e delle costruzioni in Emilia-Romagna.
Per l’Alleanza delle Cooperative la situazione va affrontata anche con provvedimenti straordinari vista l’intensità e la durata della crisi che ha colpito il settore. La situazione di insostenibile crisi del sistema delle costruzioni ha generato in Emilia-Romagna, solo per quanto riguarda la cooperazione, un intenso e progressivo utilizzo degli ammortizzatori sociali, che oggi coinvolgono molti lavoratori. I processi di ristrutturazione delle imprese cooperative, già avviati da diverso tempo e necessari a garantire la continuità e il rilancio aziendale, devono essere portati a compimento il più celermente possibile. Si stima che tali processi produrranno esuberi: il piano presentato dall’Aci, oltre ad un programma di formazione e riqualificazione professionale per la ricollocazione del personale, prevede anche il ricorso alle formule più espansive di ammortizzatori sociali, in modo da consentire il collocamento in pensione ad un buon numero di lavoratori coinvolti nei processi di ristrutturazione.
Obiettivo principale del piano straordinario presentato al governo resta quello di far ripartire il settore attraverso l’utilizzo di tutte le misure attivabili per evitare che l’Emilia-Romagna perda un pezzo importante della sua base produttiva (nella filiera allargata dell’edilizia rientrano anche le ceramiche, i materiali per l’edilizia, la produzione di macchine e beni intermedi per il settore oltre al sistema dei servizi ad essi connessi). Nel dettaglio, la cooperazione emiliano-romagnola chiede al governo:
La creazione di uno strumento per favorire il rapido deconsolidamento immobiliare delle imprese, in particolare per favorire la destinazione dei numerosi immobili invenduti a uso sociale.
L’attivazione di un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio – anche mediante il ricorso a provvedimenti straordinari – attraverso il quale favorire la rioccupazione del personale in esubero
L’attivazione delle procedure e delle risorse per avviare alcune opere pubbliche e infrastrutturali che rappresentano snodi di grande interesse territoriale e nazionale
Rendere operativa la cessione del credito anche per le società partecipate dalle pubbliche amministrazioni
“L’incontro è stato positivo, nelle prossime settimane continueremo a discutere per trovare le migliori soluzioni ad un problema drammatico e di forte impatto sul tessuto economico e sociale dell’Emilia-Romagna. Bisogna agire in fretta per salvare le imprese cooperative e dare tutele ai lavoratori nell’ambito dell’inevitabile percorso di ristrutturazione già avviato dalle imprese – ha commentato Giovanni Monti, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Emilia-Romagna, al termine del vertice con istituzioni e sindacati – Non c’è più tempo da perdere, servono provvedimenti straordinari per affrontare una situazione straordinaria: bisogna riattivare la filiera dell’edilizia e delle costruzioni, pena la perdita o il pesante ridimensionamento di un settore cruciale per l’economia della nostra regione. Le cooperative del settore, che sono i perni di tutta la filiera, sono pronte a fare la propria parte sia attraverso progetti di riorganizzazione, fondati sulla creazione di poli industriali, in grado di creare maggiore efficienza e sviluppo, sia attraverso la messa in campo di un programma di formazione e riqualificazione professionale in grado di supportare la ricollocazione del personale”.
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