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Da: Istituto Gramsci Ferrara

VENERDÌ 15 FEBBRAIO ore 17-19 BIBLIOTECA ARIOSTEA

LUCREZIO, IL MAESTRO SENZA DISCEPOLI

Lectio magistralis di Ivano Dionigi

Presentazione di Antonio Moschi

Condannato dai Cristiani, a lungo vittima di una vera e propria congiura del silenzio, eclissato per tutto il Medio Evo e riscoperto solo in età umanistica, definito ora un poeta maledetto e irrazionale ora un filosofo razionalista e “premarxista”, comunque ammirato da poeti e scienziati: chi era veramente Lucrezio?

Lo direi un apostolo della ragione, che a Roma ha reciso il doppio cordone che legava l’uomo alla politica e alla religione, smascherato l’inganno della politica, dell’amore e del progresso, stigmatizzato i ricatti dell’ignoranza e della paura, svelato gli infiniti mondi possibili.

Per realizzare quella che lui stesso chiama una “rivoluzione” (res novae) ha creato addirittura una nuova lingua e parole nuove (verba nova).

In età moderna e fino ai nostri giorni si prenderà la sua rivincita influenzando l’arte di Botticelli, la filosofia di Giordano Bruno, i pensieri di Montaigne, la poesia di Tasso e Foscolo e non sfuggendo all’attenzione di Machiavelli, Leopardi, Einstein.

Per il ciclo “Maestri” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2019 ORE 17-19 BIBLIOTECA ARIOSTEA
I LIMITI DEL MIO LINGUAGGIO SONO I LIMITI DEL MIO MONDO

Conferenza di Nicola Alessandrini

Introduce Sandra Carli Ballola

Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere”. Questa celebre e lapidaria proposizione chiude il Tractatus Logico-Philosophicus, conferendogli l’aurea crepuscolare dell’ultimo libro di filosofia. Animo inquieto, ingegnere, giardiniere, maestro elementare, architetto e professore di filosofia a Cambridge, Ludwig Wittgenstein ci ha consegnato uno dei più grandi e controversi capolavori filosofici del Ventesimo secolo. Un’opera scritta tra i bombardamenti della Prima guerra mondiale e guidata dall’imperativo di svelare l’intima relazione tra linguaggio, pensiero e mondo: cosa ne sarebbe, infatti, del mondo senza parole che lo rappresentino? La riflessione del Tractatus scopre tutta la sua attualità nell’epoca del generale depauperamento del linguaggio, mostrando con urgenza la centralità della scuola quale laboratorio linguistico per eccellenza che può allargare i limiti del linguaggio, che sono i limiti del nostro mondo.

Per il ciclo “I colori della conoscenza. La lingua e i Linguaggi” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

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