Tre poesie di Angelo Andreotti: La scelta, La pena, Incuria
Tempo di lettura: 2 minuti
di Angelo Andreotti
LA SCELTA
Niente è più chiuso di una porta chiusa.
Oltre la porta soltanto lamenti
su un filo di voce si arrampicano
da un filo di voce scivolano
a un filo di spine si avvolgono.
Tu sei il possibile ascolto.
Tu sei
la speranza
il rifiuto
oppure l’indifferenza.
Tu sei la scelta, la parte del tutto
e il tutto della tua parte.
La differenza nel mondo sei tu.
LA PENA
Preme forte, il grido, sull’aria
scagliandosi contro la porta.
Trema la casa, dove sei svegliato
di soprassalto. Dalle imposte chiuse
non puoi guardare. Soltanto l’udito
chiama scuotendo il tuo corpo. Tu ascolti
il silenzio svuotato dal grido
che continua a tremarti la pelle.
Quel grido ti assale, raggiunge
te. Ovunque tu sia ti raggiunge
attraversando qualsiasi distanza
che ti separa dal te stesso più intimo
chiuso a chiave nella diffidenza.
INCURIA
In quell’esitazione
– quasi il tremito di un’amnesia –
sulle cui bianche spiagge
da tempo muovi in cerchio i tuoi passi,
a testa bassa, senza più un orizzonte,
stupisci distinguendo tra i fragori
in un suono una voce che ti cerca.
E cerca te, te come fossi un altro,
ma tu sei l’altro che nel cerchio resta,
dentro a fissarne il centro chiuso in solchi
così profondi da arginare il vento
ma non la voce a cui volgi le spalle
dopo aver inflitto
un dolore di cui non hai contezza.
(Angelo Andreotti – tutti i diritti riservati)
Le poesie inedite, anticipate per Ferraraitalia, fanno parte dell’antologia ‘L’attenzione’, in uscita a maggio per i tipi di Puntoacapo edizioni.
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Redazione di Periscopio
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