Il 21 Marzo Anche A Ferrara Sventolerà La Bandiera Europea
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Da: Roberta Fusari Sindaca ufficio stampa
Lettera aperta
In questo periodo, sui giornali e sui media online, si vede un’immagine: c’è una striscia rossa con alcune sottili righe blu. Il rosso rappresenta gli anni in cui l’Europa occidentale è stata in guerra, il blu i brevissimi intermezzi di pace. A un certo punto, però, c’è solo blu. Quel punto, che coincide con il periodo di pace più lungo di sempre, è la nascita dell’Unione Europea.
È la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho letto l’appello di Romano Prodi a favore di un’Europa unita e di un’Unione Europea rinnovata e più strutturata. Perché sono molti i difetti dell’Unione e gravi sono stati alcuni errori delle Commissioni Europee nel corso degli anni, ma per noi che siamo vissuti senza conoscere la guerra direttamente è facile a volte dimenticare come l’Unione abbia al tempo stesso continuato a rappresentare un esempio di democrazia, di confronto pacifico, capace di fare passi da gigante sui temi sociali, dei diritti delle persone oppure su quelli ambientali di cui mi sono occupata professionalmente. Certamente meno efficace è stata su quelli economici. Ma evitando sempre che, come avvenuto in passato, momenti di crisi diventassero la miccia per conflitti drammatici.
In una fase storica in cui i rapporti di forza che la società sta subendo aumentano, disarmando i cittadini davanti a poteri non democratici, è solo unendosi e lavorando insieme che possiamo puntare a far sentire la nostra voce. E a cambiare le cose. Per farlo si tratta di essere di più in Europa, non di meno. Si tratta di pretendere di più dall’Europa, non di meno. E al tempo stesso pretendere di più da noi stessi.
L’Unione Europea dimostra quanto sia possibile confrontarsi, vivere e lavorare insieme tra persone diverse, culture diverse, civiltà diverse. Anche noi dobbiamo pretendere da noi stessi di saper guardare oltre gli allarmi sui profughi, comprendendone cause e soluzioni; ma soprattutto pretendere di non essere ciechi davanti a tutti gli altri problemi che intaccano direttamente le nostre vite. Ad esempio mi chiedo, da mamma, chi si stia davvero preoccupando delle migliaia di giovani che ogni anno sono costretti ad abbandonare le famiglie per cercare fortuna all’estero, in Germania o in Irlanda? Quanto sarebbero utili a Ferrara le loro forze, le loro idee nuove, se ci fossero spazi per portarle avanti!
L’Europa unita è storicamente la direzione del nostro destino, come ferraresi, come italiani, come cittadini liberi. Oggi a dominare lo scenario è il potere finanziario delle immense società multinazionali che riducono le persone a numeri, o peggio, a diagrammi di consumo. Solo la forza degli europei uniti può bilanciare tutto ciò, rimettendo al centro le persone e le comunità. È quello che stiamo cominciando a fare, nel nostro piccolo, con la lista civica con cui a maggio mi candiderò a sindaco di Ferrara. Ma mentre ci dedichiamo con passione e impegno alle questioni concrete della nostra città e dei suoi cittadini, per non chiuderci nelle mura, ricordiamo che c’è un campo più grande al quale apparteniamo tutti. E allora rivendichiamolo, come dice Romano Prodi: facciamo sventolare la bandiera europea alle finestre, sui terrazzi, per le strade. E non perché ci piaccia l’Europa così com’è; ma agitiamola al vento come fosse la bandiera della SPAL o della contrada pure quando perde. Perché è ciò che siamo. E continuando ad amarla e a sostenerla con orgoglio, possiamo trovare le forze per cambiarla in meglio.
Chiedo a tutti i cittadini di Ferrara, alle forze politiche, alle associazioni economiche, a tutti i candidati sindaci per le prossimi elezioni amministrative di condividere il mio appello perché Ferrara sia tra le città che si distinguono anche in questo: voler essere una città a misura di Europa.
Roberta Fusari,
candidata sindaca Comune di Ferrara
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