Da: Regione Emilia Romagna
Carceri minorili. La vicepresidente Gualmini in visita al Pratello. Dal 2015, oltre 60 progetti di reinserimento sociale e lavorativo finanziati dalla Regione con fondi europei: dai laboratori di cucina ai corsi per carpentiere. “Creare per questi ragazzi percorsi di rieducazione e reinserimento nella società è una questione di civiltà”
Nel 2017, 117 i ragazzi accolti nella struttura penitenziaria di Bologna. Unica in Emilia-Romagna, accoglie ragazzi e giovani adulti di sesso maschile tra i 14 e i 24 anni, anche provenienti da altre zone d’Italia
Bologna – Dal corso di edilizia e falegnameria al laboratorio di cucina. Poi la musica con l’Orchestra Mozart, la pallacanestro, il teatro. Sono alcune delle attività formative, professionali, culturali e di animazione destinate al recupero sociale dei ragazzi accolti nel carcere minorile ‘Pratello’ di Bologna. Iniziative – alcune ormai concluse, altre ancora in atto – realizzate nell’ambito del ‘Piano degli interventi per l’inclusione socio lavorativa dei minori e dei giovani-adulti in esecuzione penale nel procedimento minorile’ voluto dalla Regione Emilia-Romagna e finanziato attraverso il Fondo sociale europeo la prima volta a livello sperimentale nel 2015, poi riproposto per il triennio 2016-2018.
A visitare oggi l’Istituto penale per i minorenni ‘Pratello’, unica struttura penitenziaria per minori operativa in Emilia-Romagna, la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini.
“Creare per questi ragazzi percorsi di rieducazione e reinserimento nella società è una questione di civiltà- sottolinea Gualmini-. Chi esce dal carcere e trova un lavoro, una casa, un contesto in cui ricominciare una vita ha meno probabilità di commettere nuovamente reati. E questo rappresenta innegabilmente una vittoria per lui e per tutta la comunità”.
Nel 2017 sono stati 117 i ragazzi e i giovani adulti (cioè coloro che hanno meno di 25 anni e hanno compiuto il reato prima di diventare maggiorenni) accolti nell’Istituto. La fascia di età più rappresentata (oltre 62%) è quella tra i 16 e i 17 anni: si tratta soprattutto di stranieri (70%), per lo più marocchini e tunisini.
I progetti e le risorse
Tra il 2015, primo anno di sperimentazione del Piano, e i successivi 2016 e 2017 sono stati 150 i ragazzi ad aver frequentato le attività formative realizzate nel carcere minorile di Bologna. Tutti i 66 progetti – realizzati congiuntamente da Regione, amministrazione penitenziaria, servizi sociali e per il lavoro, enti di formazione accreditati, imprese profit e no profit e associazioni di volontariato – si caratterizzano per la brevità del percorso, la flessibilità nello svolgimento e la possibilità di essere ripetuti più volte nello stesso anno. Grazie a queste caratteristiche, i corsi garantiscono ai ragazzi presenti in Istituto per periodi di diversa durata in base alla pena da scontare, la possibilità di accedere alle misure rieducative.
Oltre agli interventi previsti dal piano, il ‘Pratello’ svolge da 18 anni un’intensa attività teatrale realizzata grazie alla collaborazione con la cooperativa sociale ‘Teatro del Pratello’ e il coinvolgimento di alcuni studenti delle scuole superiori di Bologna. Tra il 2015 e il 2017 sono stati stanziati dalla Regione oltre 500 mila euro per il finanziamento di progetti di recupero dei minori soggetti a misure restrittive: 325 mila euro destinati all’Istituto minorile e 228 mila ai ragazzi che scontano la pena in misure alternative al carcere.
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