Da: Ente di gestione per i parchi e la biodiversità – Delta del Po
E’ in corso a Roma la due giorni del nono congresso nazionale di Federparchi – Europarc Italia dal
titolo dell’appuntamento è: “Parchi, comunità, territorio e competenze; le sfide del futuro per le
Aree protette” a cui ieri era presente anche l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta
del Po rappresentato dal Presidente Marco Fabbri.
Nella giornata di ieri il Presidente Nazionale di Federparchi ha relazionato rispetto al proprio
mandato, agli obiettivi raggiunti e alla difficoltà che ancora oggi caratterizzano la gestione dei
Parchi. Per quanto attiene i Parchi Nazionali è stato richiesto tra le altre cose di investire maggiori
risorse per le aree marine protette, la garanzia rispetto alle risorse aggiuntive previste ma non
stanziate della legge di stabilità 2018, l’ inasprimento di determinate sanzioni, nonché la
definizione della governance e delle direzioni, vacanti in alcuni Parchi da diversi anni. “Molto
importante è lavorare per dare la governance ai parchi – ha aggiunto il presidente -. Noi abbiamo
11 parchi nazionali su 24 che non hanno il presidente. Ne abbiamo uno che è commissariato da 5
anni, il Parco nazionale della Sila”.
Nell’intervento del Ministro dell’Ambiente e TTM, Sergio Costa (M5S), sono stati illustrati i
propositi del nuovo governo, la necessità di investire maggiormente per la salvaguardia della
biodiversità nonché di risolvere con il supporto degli Enti Locali nel breve tutte le situazioni di
stallo legate alla vacanza di Presidenze, direttori e commissariamento.
Oltre a ciò il Ministro parlando degli abbattimenti dei lupi si è detto “assolutamente contrario agli
abbattimenti di animali all’interno delle aree protette” affermando altresì che “capisco la
necessità di bilanciare la necessità di monitorare il rapporto tra la presenza di lupi sul territorio e le
preoccupazioni degli agricoltori per cui abbiamo aperto un tavolo con il ministero dell’Agricoltura
per la gestione attenta di questa questione ma – ha aggiunto il ministro – sempre salvaguardando
le specie animali”.
Sergio Costa intervenendo ha infine annunciato la creazione di nuovi Parchi Nazionali tra cui il
Parco Nazionale del Delta del Po.
Sul tema interviene oggi il Presidente del Parco del Delta del Po Marco Fabbri “Per il Delta del Po è
un assoluto elemento di novità rispetto alla legge di stabilità 2017 che ha previsto la creazione
d’intesa tra le Regioni Emilia Romagna e Veneto di un Parco unico, a saldo zero per la finanza
pubblica statale, ovvero finanziato completamente dalle due Regioni e dagli Enti Locali e dunque
interregionale e non nazionale”.
“In questi mesi – prosegue il Presidente- abbiamo lavorato intensamente con il supporto del
consigliere Marcella Zappaterra delegata Mab incontrando associazioni di categoria, sindacati,
associazioni venatorie, agricoltori, associazioni ambientaliste e tutti gli stakeholders interessati delle Province di Ferrara e Ravenna. Il 27 giugno scorso alla presenza mia, della consigliera
Zappaterra e del presidente della comunità dei sindaci Mauro Venturi, abbiamo illustrato la bozza
di intesa da sottoporre alla Regione Veneto e agli stakeholders dei due territori coinvolti, con il
chiaro intento di accelerare la discussione tra le due Regioni e chiudere la partita del parco unico
dopo decenni di attesa”.
Anche il Presidente Stefano Bonaccini era intervenuto alla conferenza stampa con un contributo
video in cui affermava la necessità di definire tempistiche e obiettivi precisi per la realizzazione del
nuovo Parco Interregionale, individuando una sola governance, entro la fine del nostro mandato,
per la ‘Camargue d’Italia’.
“La mia nomina a Presidente risale al settembre 2017 ed era legata all’opportunità e alla fiducia
concessami dalla Comunità del Parco di definire un mandato di scopo di breve durata, per altro
gratuito e finalizzato alla creazione del Parco Interregionale del Delta del Po. In questo anno di
attività abbiamo prodotto una base di lavoro importante e avviato una discussione con tutti i
soggetti che vivono e amano questo luogo. Ieri abbiamo appreso di questo cambio di rotta per
passare da un Parco Interregionale ad uno Nazionale”.
“Non voglio entrare nel merito della scelta, ma dato che il mio mandato era legato ad un altro
obiettivo considero la mia esperienza alla guida del Parco conclusa e rimetterò alla Comunità del
Parco ogni decisione e considerazione. Mi auguro che si possa arrivare, a prescindere dalla forma
giuridica, alla costituzione di un Parco Unico”.
“E’ giusto che il Governo del Cambiamento assuma le proprie determinazioni, ma senza
dimenticare le persone che vivono questi territori, serve un percorso di partecipazione,
condivisione e confronto attento come quello avviato per l’interregionale nei mesi scorsi. Una
imposizione dall’alto- a mio avviso conclude Fabbri- non verrebbe compresa dalle comunità. Un
Parco Nazionale introduce infatti elementi nuovi rispetto ad un Parco Interregionale o regionale,
basti pensare alla governance diversa e ad alcuni nuovi divieti come il divieto di caccia”.
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