da: Roberto Guerra*
Recentemente il Comune di Ferrara, come noto, non ha avuto alcune remora a scendere in campo per una non priorità attuale, come certa presunta discriminazione gay ecc. (reale anche sia ben chiaro come il diritto all’uguaglianza giuridica per le unioni civili, ma nelle sedi istituzionali, obsoleti gay pride e ostentazioni idoelogiche e discriminatorie alla rovescia), sventolando persino una bandiera rosa a favore, dimenticando che chi vince le elezioni rappresenta tutta la città e non solo i vincitori, ccomunità ferrarese non necessariamente concorde.
Ora riesploso il conflitto medio-orientale con Israele costretta a difendersi dai diversamente democratici di Hamas per una presunta libera Palestina, sempre su basi teocratiche e islamico antisemite malcelate, il Comune di Ferrara, città del museo Meis e di storia certamente ebraica, dovrebbe con ben diversa valenza storico culturale, semplicemente esporre la bandiera di Israele, facendola finita con altra grave contraddizione spesso flagrante a Ferrara. Città appunto del Meis ecc, pure, sia a livello istituzionale sia in certa area presunta di certa intellighenzia e di certo centrismo sociale , invero al passo con certa costante ambiguità della sinistra nazionale e culturale, troppo spesso nei fatti e nelle parole erroneamente equidistante se non giustificatoria su Hamas ecc., naturalmente e soltanto per grave distorsione interpretativa, foraggiata anche da certa disinformazione mediatica e – o zavorre ideologiche… o grave promiscuità elettorale…
Per i gay sì e per la comunità ebraica no?
*(Scuola Romana di Filosofia Politica)
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