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da: ufficio stampa Coldiretti

Sugli scudi vino, ortofrutta, olio e pasta. Il made in Italy trionfa sui mercati mondiali, dalla Cina agli Stati Uniti: un patrimonio che va difeso.

L’esportazione dei prodotti agroalimentari italiani ha raggiunto nel 2013 un record storico con un valore che ha raggiunto il massimo di sempre, arrivando a quota 33 miliardi di euro. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero.

La maggior parte delle esportazioni interessa i paesi dell’Unione Europea per un valore stimato di 22,5 miliardi (+5 per cento), ma il Made in Italy cresce anche negli Stati Uniti con 2,9 miliardi (+6 per cento), nei mercati asiatici (+8 per cento, 2,8 miliardi) e su quelli africani dove si è avuto un incremento del 12 per cento, arrivando aquota 1,1 miliardi. Il miglior risultato è però quello che viene dall’Oceania, con un +13 per cento, anche se l’importo è contenuto.

A livello generale, l’aumento dell’export rispetto allo scorso anno è stato del 6 per cento. Tra i principali settori del Made in Italy, il prodotto piu’ esportato si conferma il vino, con 5,1 miliardi (+8 per cento) davanti all’ortofrutta fresca (4,5 miliardi di euro), che cresce del 6 per cento, mentre l’olio che fa segnare un +10 per cento che porta il valore complessivo a 1,3 miliardi. Aumenta pure la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 2,2 miliardi (+4 per cento).

Analizzando le performance dei prodotti nei singoli stati si scoprono aspetti sorprendenti a partire del successo del vino tricolore in casa degli altri principali produttori, con gli acquisti che crescono in Francia (+11 per cento), Stati Uniti (+8 per cento), Australia (+21 per cento) e nel Cile (+66 per cento). Lo spumante tricolore si afferma in Cina (+101 per cento) ma anche in Gran Bretagna (+50 per cento) e in Russia (+31 per cento), ma va forte anche la birra che conquista i paesi nordici, dalla Germania (+66 per cento), alla Svezia (+19 per cento), fino all’Olanda (+9 per cento). Oltre al vino, i francesi gradiscono anche il formaggio italiano, le cui vendite sono cresciute del 2 per cento, ma i latticini nostrani vanno forte anche in Cina, dove aumentano del 25 per cento. Nel gigante asiatico, che alcuni vorrebbero come inventore degli spaghetti,trionfa anche la pasta che registra un +18 per cento. Sorprendente anche lacrescita di salumi e salsicce (+9 per cento) in Germania, patria del wurstel, così come quella della grappa (+8 per cento) nel Regno Unito, terra del whisky.

“Il record fatto registrare dall’export è il frutto del lavoro di un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che rende l’Italia competitiva anche all’interno dei processi di mondializzazione dell’economia e delle idee”, ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “ora occorre che questo patrimonio sia difeso, portando sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dando completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”.

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