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Vertice a Roma, autorizzati gli ammortizzatori sociali per i lavoratori del Gruppo emiliano. Ora i piani industriali. Il sottosegretario Manghi: “Subito una soluzione che tuteli continuità produttiva, livelli occupazionali e radicamento territoriale”

Annunciati al Ministero la cassa integrazione per la Vismara e contratti di solidarietà per la Ferrarini, 150 giorni alla proprietà per elaborare insieme ai commissari nominati dal Tribunale di Reggio i piani concordatari. Prossimo incontro nella capitale il 26 settembre

Bologna – Cassa integrazione per i lavoratori della Vismara e contratto di solidarietà per quelli della Ferrarini. E 150 giorni di tempo alla proprietà per elaborare insieme ai commissari nominati dal Tribunale di Reggio i piani industriali da sottoporre alle parti sociali e alle istituzioni già nelle prossime settimane.
Sono le novità emerse oggi nella sede del ministero dello Sviluppo economico, a Roma, al tavolo per la crisi del Gruppo Ferrarini, storica azienda reggiana dell’agroalimentare con 800 dipendenti e sedi in diverse località emiliane e lombarde.

La Regione era presente con il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi, per un confronto che ha visto insieme l’azienda, con la presidente Lisa Ferrarini assistita da Unindustria Reggio Emilia e Unindustria Parma, i due commissari nominati dal Tribunale di Reggio Emilia per i concordati Ferrarini e Vismara, Cgil Cisl e Uil nazionali e territoriali, il Comune di Reggio Emilia col vice sindaco Matteo Sassi, il sindaco di Lesignano de Bagni (Pr), Giorgio Cavatorta, e rappresentanti della Regione Lombardia.

Il Tribunale, è stato riferito, ha autorizzato la firma per gli ammortizzatori sociali, la Cigs per Vismara e il contratto di solidarietà per Ferrarini, accordo che per i lavoratori di Reggio e Parma sarà firmato martedì 7 agosto. Inoltre, i commissari hanno informato che lo stesso Tribunale ha accordato 150 giorni di tempo per presentare i due piani concordatari.

La Regione ha nuovamente ribadito “la necessità di trovare una soluzione in grado di tutelare la continuità produttiva e il radicamento territoriale del Gruppo- afferma Manghi- viste le enormi ricadute dirette sugli occupati e su tutto l’indotto di un settore fortemente caratterizzato e diffuso sul territorio emiliano”.
Allo stesso tempo, il sottosegretario sottolinea “l’urgenza, pur a fronte di una situazione di crisi finanziaria complessa, di procedere rapidamente alla definizione di piani concordatari distinti ma complementari a garanzia dell’unitarietà del Gruppo, per tutelare la presenza dei prodotti sul mercato e quindi i livelli produttivi e, in particolare, quelli occupazionali”.

La proprietà, con la presidente Ferrarini, ha confermato la volontà di trovare “la migliore soluzione possibile per garantire continuità e radicamento territoriale” e ha annunciato che cercherà soluzioni possibili per far fronte ai mancati pagamenti.

Il Ministero ha preso l’impegno di riconvocare le parti per il 26 settembre, per monitorare la costruzione dei piani concordatari.

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