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In Emilia Romagna interessate 5.000 aziende agricole e 150 mila ettari

Forte preoccupazione per l’intenzione dell’Unione Europea di “tagliare” l’uso del rame ai produttori agricoli in particolare a quelli biologici. È quanto esprime Coldiretti Emilia Romagna alla luce del dossier della Commissione Ue che ipotizza una riduzione da 6 a 4 chilogrammi di rame all’anno per ettaro, privando così i produttori agricoli biologici di un degli strumenti principali di difesa delle piante dalle malattie, sicuro per gli uomini, gli animali e l’ambiente.
L’attuale licenza dei composti del rame – informa Coldiretti Emilia Romagna – scade nel gennaio 2019 e la Commissione ha predisposto un dossier che prevede un rinnovo di autorizzazione per 5 anni con riduzione di un terzo delle dosi ammissibili. Una così drastica riduzione del dosaggio – commenta Coldiretti Emilia Romagna – comporterebbe perdite di rese in agricoltura biologica che oscillano tra il 30% e il 100% a seconda delle diverse colture, in particolar modo sulla vite, e tra il 10% e il 70% per l’agricoltura convenzionale, dove il rame è spesso usato in combinazione con altri prodotti al fine di evitare fenomeni di resistenza dei parassiti.
A farne le spese in Emilia Romagna sarebbero le oltre 5.000 aziende biologiche che coltivano 150 mila ettari di terreno, il 15% della superficie agricola coltivata in regione. In questo modo – insiste Coldiretti regionale – l’Unione Europea andrebbe contro la strategia della stessa Politica agricola comunitaria che sostiene l’agricoltura biologica. Più opportuno – secondo Coldiretti Emilia Romagna – sarebbe consentire di continuare ad impiegare il rame nella dose di 6 chilogrammi per ettaro/anno, con uno schema di dosaggio flessibile con una dose media ripartita su 5 anni che consentirebbe agli agricoltori di gestire il quantitativo di rame in base agli attacchi patogeni alle colture.
Il rame – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – è usato in agricoltura da oltre un secolo per proteggere in maniera efficace ed economicamente sostenibile molte colture agricole da malattie fungine e attacchi di batteri. È un prodotto sicuro per gli esseri umani, gli animali e non presenta rischi ambientali.

Da: Ufficio stampa COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA

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