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Il primo bilancio al giro di boa dell’annata 2018, dall’Assemblea regionale di Coldiretti

Produzioni in calo, ma qualità buona nel primo semestre del 2018 nei campi dell’Emilia Romagna. È il bilancio al giro di boa di metà anno fatto da Coldiretti regionale che ha tenuto l’annuale assemblea lo scorso giovedì 5 luglio, nella nuova sede bolognese di Palazzo Merendoni, cogliendo l’occasione per presentare una prima valutazione produttiva delle principali colture arrivate a maturazione sul territorio regionale.

Per quanto riguarda il territorio ferrarese – informa Coldiretti Ferrara –, il maltempo e le gelate di fine febbraio/primi di marzo in piena fioritura presentano il conto con un calo di produzione della frutta primaverile ed estiva, in particolare con un calo produttivo anche della frutta estiva, albicocche in primis, le cui varietà precoci hanno subito pesanti riduzioni e scontato un avvio di campagna mediocre. Ci si attende, anche in ragione di una minore offerta sul mercato, una ripresa e prezzi più sodisfacenti.

Ovviamente molto dipende – sottolinea Coldiretti – anche dall’import di frutta estera da Paesi che non hanno i nostri stessi standard qualitativi e che spesso finiscono con il fare una concorrenza sleale alle nostre pesche e nettarine. Una delle ragioni a sostegno di una corretta e completa etichettatura, che i consumatori dovrebbero poter trovare e leggere in modo sempre più chiaro e completo.

Conclusa invece la campagna delle fragole, per le quali si può considerare un’annata caratterizzata da una minor produzione a causa di una primavera con notevoli sbalzi termici e piogge battenti in raccolta, con un prezzo inferiore rispetto alla scorsa annata. Si salvano le aziende che collocano buoni quantitativi di prodotto attraverso la filiera corta e la vendita diretta. Per le produzioni orticole primaverili soddisfazioni arrivano da parte dei produttori di carote del basso ferrarese, coltura che interessa parecchi ettari, e che sono riusciti a spuntare buoni prezzi a fronte di una produzione che si aggira intorno ai 500 quintali per ettaro. Buona anche la produzione di radicchio primaverile che si è aggirata intorno ai 180-200 quintali ad ettaro, mentre gli sbalzi termici primaverili hanno inciso nella riduzione produttiva e commerciale dell’asparago.

E’ in corso la raccolta dell’aglio di Voghiera D.O.P., che registra un calo produttivo del 10% circa rispetto allo scorso anno a causa delle condizioni climatiche avverse registrate tra febbraio e marzo.

Campagna in salita per il grano a causa di pioggia e vento di inizio giugno, troppo a ridosso della raccolta. Con la trebbiatura arrivata ormai alle ultime battute, Coldiretti stima un calo produttivo generalizzato sul territorio regionale di circa il 20% con punte anche del 40% nelle aree occidentali. La produttività nella provincia di Ferrara sia per il grano tenero sia per il duro, si è attestata attorno tra i 50-55 quintali per ettaro ed i 60-65 quintali, con qualche caso oltre i 70, ben lontani dunque dalla media degli 80 quintali e oltre per ettaro prodotti nell’eccezionale 2017.

“Nonostante le riduzioni produttive – ricorda Coldiretti – la qualità rimane su eccellenti livelli, che tuttavia non sarà sufficiente a garantire la redditività delle aziende, anche nell’auspicabile ripresa dei prezzi alla produzione”.

Buoni risultati – secondo Coldiretti – quelli dei grani antichi, come il “Senatore Cappelli” che, pur producendo in media meno di altri grani duri, conferma la sua ampia adattabilità e rusticità, che gli consente di mantenere una produttività standard anche in situazioni di siccità e di stress ambientale. Risultati ottimali sono venuti anche dalla varietà “Giorgione”, il primo grano di forza selezionato dalla Società Italiana Sementi, utilizzato per produrre i primi panettoni e colombe pasquali tutti con grano italiano.

“Il successo del ‘Senatore Cappelli’ – rimarca Coldiretti – che ha confermato caratteristiche agronomiche apprezzate dai produttori e standard qualitativi dei prodotti derivati (dalla pasta alla pizza) che tanto successo hanno presso il consumatore, sarà per noi motivo per sviluppare una adeguata ricerca per recuperare le caratteristiche migliori anche per i grani moderni ed assicurare una filiera produttiva e commerciale remunerativa per le aziende agricole”.

Da: Coldiretti

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