Skip to main content

Un’alleanza contro il “contagio” delle notizie infondate in ambito sanitario – reso virale da internet: è la proposta scaturita, alle Terme di Cervia, dall’incontro tra il mondo della scienza medica e quello del giornalismo. Se ne è discusso venerdì 29, durante il seminario di formazione contro le fake news che riguardano la salute, un fenomeno allarmante soprattutto in Italia, al quart’ultimo posto nel mondo per quanto riguarda la “health literacy”. Parole d’ordine: evitare il sensazionalismo, interagire con fonti accreditate e predisporre accurate verifiche.

Cervia, 2 luglio 2018_ Le fake news, specialmente quelle in campo medicale, “fanno male alla salute”, rendendoci tutti più vulnerabili. Ecco perché è necessario che chi fa scienza e chi la comunica al pubblico collaborino formando una “barriera immunitaria” contro il contagio dell’approssimazione e della manipolazione. Con questo obiettivo si è svolto, venerdì 29 giugno, un seminario di formazione giornalistica dedicato al tema “Vero o falso? Come orientarsi nel mondo dell’informazione scientifica”, organizzato dall’Ordine Giornalisti e dalla Fondazione Giornalisti dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con OMNIA Relations. Sede del seminario, le Terme di Cervia: un luogo, appunto, dove la scienza medica trova applicazione concreta e dove si realizza l’incontro terapeutico tra medico e paziente.

“Le fake news in ambito sanitario non sono mai state così presenti – ha esordito il giornalista Giancarlo Mazzuca, moderatore, introducendo gli ospiti. “Non se ne è mai parlato così tanto come in questo momento, complice la diffusione sul web e i social network. Per questo motivo è importante parlarne”

Le informazioni scorrette, ambigue e fraintendibili, in effetti, rimbalzano da un lato all’altro della social-sfera, inficiando anni di campagne di sensibilizzazione sulla salute. Lo ha ricordato nel suo intervento il dott. Alessandro Zanasi, specialista in Pneumologia, Farmacologia clinica e Idrologia medica, direttore del Centro per la cura della tosse del Sismer di Bologna e Direttore Sanitario delle Terme di Cervia. “Le fake news in ambito medico-scientifico sono molto diffuse e spesso radicate. Basti pensare alle false credenze sull’assorbimento del sodio o del calcio delle acque minerali che il marketing ha contribuito ad alimentare. Da qui nasce la necessità di una collaborazione tra ricercatori e comunicatori, che combatta con la corretta informazione la proliferazione di falsi miti”.

Da un lato troviamo il pubblico “affamato” di notizie, dall’altro il mondo della scienza, della ricerca e della medicina. Il giornalista è un mediatore, ha spiegato il prof. Marco Vitale, professore ordinario di Anatomia Umana – Università di Parma e coordinatore scientifico FoRST, Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale. Chi fa informazione “si affianca al ricercatore quando c’è l’esigenza di rendere disponibili, in termini meno tecnici e più comprensibili, le pubblicazioni scientifiche, semplificandone i contenuti senza distorsioni. E questo vale ancora di più nell’ambito del termalismo medico, la cui ricerca ha subito un ritardo rispetto ad altri settori, ma adesso è solida. Ci auguriamo che in questo settore possa essere fatta una buona comunicazione”.

Oggi le notizie, verificate o meno, viaggiano soprattutto online: chi per mestiere è a contatto quotidianamente con la rete e le sue “trappole” è il dott. Alessandro Conte, FNOMCeO – Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, coordinatore del gruppo di lavoro del portale “Dottore…ma è vero che?”.
“Le fake news attraversano la storia della comunicazione, ma oggi, attraverso l’uso di internet, la loro proliferazione è diventata esponenziale perché generatrici di introiti, un vero e proprio business” ha raccontato. “L’Italia è al quart’ultimo posto nel mondo nella health literacy, c’è tanto da lavorare e un grande margine di miglioramento. I medici e i giornalisti devono stringere un’alleanza: devono essere capaci di comunicare con maggiore comprensibilità e apertura per arrivare ad un’informazione onesta e trasparente, evitando titoli sensazionalistici o allarmistici”.

I nemici della corretta informazione sono il facile sensazionalismo, la superficialità e la tendenziosità che avvelena il dibattuto pubblico su temi di estrema importanza come la salute e il benessere. Quali strumenti opporre a questa deriva? Lo ha spiegato la giornalista Chiara Dainese: “nell’era della condivisione dei contenuti in tempi rapidissimi e senza verifica da parte degli utenti dei social network, il giornalista si distingue perché obbligato alla verifica delle fonti”. Questi i suoi consigli per un corretto “fact checking”: “valutare la credibilità, l’autorevolezza e l’affidabilità. Comprendere le intenzioni dell’autore, se vuole convincere o informare, se esprime opinioni personali o parla di fatti, e se questi ultimi sono verificati. Per non farsi travolgere dall’immediatezza della diffusione delle notizie, è meglio creare in anticipo una selezione di utenti, operatori e professionisti affidabili da poter contattare”.

Riassumendo, per comunicare la scienza nell’epoca della post-verità e delle fake news servono strumenti e preparazione adeguati. “Il mestiere del giornalista che opera in ambito medico-scientifico richiede certamente un livello professionale superiore agli altri ambiti e una competenza maggiore” ha suggerito, in conclusione, la giornalista Valentina Schenone. “È necessario infatti conoscere bene la materia, per evitare di cadere nelle trappole mentali ed emozionali che sono connaturate nell’essere umano. Verificare quante volte uno studio sia stata ripreso e commentato dalle riviste scientifiche – l’impact factor – è la base da cui partire. Affidarsi ad uno specialista o a un professionista può aiutare molto”.

www.terme.org
www.curarepsoriasi.com

Da: UFFICIO STAMPA Terme di Cervia

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Riceviamo e pubblichiamo



Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it