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Al via a Bologna la III Conferenza regionale per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. L’assessore Patrizio Bianchi: “In questo campo l’Emilia-Romagna è punta avanzata nel Paese”

Due giorni di confronto – oggi e domani mattina – con le associazioni e le parti sociali, per lavorare insieme al prossimo piano di azione regionale. In Emilia-Romagna oltre 85.600 persone in età lavorativa con disabilità e 16.500 allievi certificati. Tra 2013 e 2017 più di 17.400 avviamenti al lavoro: una media di 3.500 l’anno, pari ai livelli precrisi

Bologna – Elaborare in maniera condivisa con le associazioni che rappresentano le persone con disabilità e con le parti sociali il prossimo piano di azione regionale per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. È questo l’obiettivo della 3a Conferenza regionale per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, che si svolge oggi e domani a Bologna.
La Conferenza – prevista dall’articolo 18 della legge regionale n. 17/2005 – ha il compito di verificare periodicamente l’attuazione degli interventi di integrazione al lavoro delle persone con disabilità, attraverso il confronto con i destinatari diretti e indiretti per acquisire pareri, condividere strategie e formulare proposte per il futuro.
Anche la terza edizione è stata realizzata attraverso un percorso partecipato, che da gennaio scorso ha coinvolto oltre settanta persone delle associazioni che rappresentano le persone con disabilità. Contributi significativi sono venuti dalle stesse associazioni, dalla Commissione regionale Tripartita (sede concertativa di proposta, verifica e valutazione in merito al sistema formativo e alle politiche del lavoro di competenza regionale), dagli Uffici territoriali dell’Agenzia regionale per il lavoro che si occupano di collocamento mirato e dagli assessorati regionali con competenze in materia di disabilità. Le imprese, attraverso i loro rappresentanti nella Commissione tripartita, hanno contribuito a focalizzare le principali problematiche e le piste di miglioramento.

“Continuità tra scuola e lavoro, integrazione dei servizi per il lavoro, sociali e sanitari e uso dei nuovi strumenti che ci permettono di mitigare le situazioni di svantaggio: sono questi i temi chiave alla base della nuova programmazione, che come sempre porteremo avanti in modo condiviso e partecipato- ha detto questa mattina l’assessore regionale al Lavoro, Patrizio Bianchi-. L’Emilia-Romagna intende porsi come punta avanzata nel Paese per l’inclusione sociale e lavorativa e il confronto che attueremo in questi due giorni è l’occasione per confermare e rafforzare la rete di collaborazione di tutti i soggetti del territorio che operano con queste stesse finalità e per fissare nuovi obiettivi condivisi per il prossimo biennio di programmazione”.

Il primo passo per questa riflessione comune è stata la condivisione dei dati di monitoraggio dello stato di attuazione della legge nazionale n.68/99 e della legge regionale n.17/2005 per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, presentato nel corso della Conferenza.

Il monitoraggio
Le persone in età lavorativa (15-64 anni) che hanno una disabilità, in Emilia-Romagna sono 85.687, pari ad un tasso di incidenza del 3% sull’intera popolazione della stessa classe d’età. I maschi sono più delle femmine, sia in valore assoluto sia in valore relativo.
Nel sistema educativo vi sono 16.544 allievi certificati ai sensi della legge n.104 del 1992. Costituiscono il 3% del totale degli studenti inseriti nel sistema scolastico della regione, in costante aumento rispetto agli anni scorsi: sei anni fa erano solo il 2,5%. Gli insegnanti di sostegno sono anch’essi aumentati, arrivati a 8.663 ed è lievemente migliorato il rapporto numerico tra allievi e docenti (1,9 alunni in media per insegnante).
La Conferenza di quest’anno si colloca in un contesto economico ed occupazionale migliore rispetto alla situazione del novembre 2013 in cui si svolse la precedente. La regione Emilia-Romagna nel 2013 aveva il tasso di disoccupazione collocato all’8,4%, nel pieno della recessione economica internazionale. L’Italia aveva invece un tasso al 12,1%. Nel 2017 quel tasso di disoccupazione è sceso in Emilia-Romagna al 6,5%, in l’Italia all’11,2%.
Rispetto all’inserimento lavorativo tramite l’istituto del collocamento mirato, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2017, 15.323 persone sono state avviate al lavoro: 8.430 uomini e 6.893 donne. Di queste, 13.641 persone sono state avviate al lavoro una sola volta, 1.380 due volte, 302 persone più di due volte; questo significa che ci sono stati 17.443 avviamenti complessivi al lavoro in questi anni. Si è tornati pertanto ai 3.500 avviamenti medi ogni anno, sullo stesso livello che si era registrato nel periodo 2000-2006, in cui si aveva una condizione di piena occupazione in Emilia-Romagna (i dati erano stati presentati nella prima conferenza del 2007). Nel corso del periodo 2007-2012, in piena crisi economica internazionale, eravamo scesi a 2.750 avviamenti annui.
Sono 14.561 le imprese che devono riservare 40.125 posti di lavoro alle persone con disabilità, corrispondenti al 2,6% dell’intera base occupazionale regionale alle dipendenze. I posti di lavoro effettivamente scoperti, senza alcuna previsione di assunzione alla fine del 2017, sono 3.959, il 9,9% del totale da riservare all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità nelle imprese della regione. Nel 2008, all’avvio della crisi economica internazionale, ve ne erano 7.751, quasi il 20% del totale; nel 2013 l’11%.
Aumentano gli iscritti al collocamento mirato, che nel 2017 sono stati 6.937 (+54% rispetto al 2008). Un dato che denota come anche persone con disabilità lievi che prima usufruivano del collocamento ordinario ora preferiscano utilizzare quello mirato.
Tra il 2013 e il 2015 in Emilia-Romagna la spesa per l’attuazione delle misure di inclusione socio-lavorativa delle persone con disabilità è stata pari a 39,3 milioni di euro. A questa si aggiunge nel biennio 2016-2017 un finanziamento dedicato allo sviluppo di politiche attive del lavoro di 19,7mln ed ulteriori 18mln per interventi rivolti alle persone (quali adattamento dei posti di lavoro, mobilità casa-lavoro, ecc.) ovvero al rafforzamento e la qualificazione dei servizi. Per il 2018 sono stati programmati 14,7 milioni di euro.
Per quanto riguarda le azioni sviluppate nell’ambito della formazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro per le 18.433 persone con disabilità coinvolte nell’arco dell’intero periodo 2013-2017, più di 10mila hanno rafforzato le loro capacità e competenze possedute attraverso la partecipazione ad iniziative di formazione professionale; circa 13mila sono state prese in carico dal sistema dei servizi, orientate a accompagnate al lavoro; oltre 3mila sono stati ospitati in imprese con un tirocinio formativo e/o di orientamento finanziato con il contributo pubblico.
Gli utenti con disabilità che si sono rivolti ai servizi per l’impiego sono 18.012 nel 2017 ed hanno ricevuto 73.800 prestazioni. Sono cresciuti costantemente negli anni ed hanno fruito mediamente di più servizi rispetto al passato, avvalendosi della stipula del patto di servizio e di misure personalizzate, quali: colloqui e/o consulenza orientativa, promozione di tirocini, percorsi di accompagnamento al lavoro, intermediazione per l’incrocio tra la domanda e l’offerta, con verifiche puntuali per ricoprire posti vacanti coerenti con la propria candidatura.

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