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Ufficio Stampa Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio

Il prossimo 30 maggio alle ore 21 nella Sala del Sinodo del Palazzo Arcivescovile di Ferrara (corso Martiri della Libertà, 77) avrà luogo un incontro pubblico intitolato “2012-2018. 6 anni dal sisma. Condividere un segno ed un sogno: storia di un progetto con la comunità”.
Oltre all’Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego, interverranno l’arch. Antonino Persi, di San Pietro in Casale, progettista della nuova chiesa parrocchiale di Ponte Rodoni, che illustrerà il lavoro svolto, realizzato coinvolgendo l’intera comunità, e Mons. Liborio Palmeri, della Diocesi di Trapani e membro (tra gli altri, insieme a don Zanella), della sezione edilizia di culto del Comitato CEI per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto. Quest’ultimo illustrerà le particolarità sul tema dell’arte sacra e dell’arte religiosa nella storia della Chiesa e nella contemporaneità.
“L’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio – spiega don Stefano Zanella, Direttore dell’Ufficio Tecnico diocesano – intende vivere e guardare avanti nonostante le fatiche della ricostruzione con la speranza sempre viva, ed è per questo che organizza un convegno aperto a tutti. Durante la serata – prosegue – si prenderanno le mosse dall’analisi della situazione attuale, delle carenze della ricostruzione, per successivamente raccontare la speranza che nasce dalla nuova chiesa di Ponte Rodoni”. Non una chiesa qualsiasi, ma quella della “parrocchia più piccola della nostra Diocesi che però – sono ancora parole di don Zanella – ha subito il torto più grande”, appunto la demolizione del suo luogo sacro. “Ora – prosegue – possiamo dare per certa la sua ricostruzione”.
La parrocchia dell’Assunzione di Maria Santissima di Ponte Rodoni, con la sua chiesa a pietre forate, fu fondata il 14 novembre 1959 da Mons. Natale Mosconi, Arcivescovo di Ferrara. A seguito dell’evento sismico del 2012, visti i gravi danni subiti, considerati irreparabili, e appurato anche il rischio di compromissione dell’adiacente canonica, che invece veniva messa in sicurezza, viene deciso l’abbattimento dell’edificio sacro, avvenuto a partire dal 6 dicembre dello stesso anno. La chiesa di Ponte Rodoni è stata la prima, nei territori dei comuni che fanno parte del cosiddetto “cratere” del terremoto, a essere demolita.

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