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Fallisce la Martini di Concordia (Mo). L’assessore Costi e il sindaco Prandini: “Grande amarezza, presto allo studio misure per salvaguardare l’occupazione”

Per i rappresentanti delle istituzioni è “necessario comprendere quali siano le circostanze che hanno impedito la conclusione positiva della cessione di ramo d’azienda”

Bologna. “Abbiamo appreso con amarezza della dichiarazione di fallimento dell’azienda Martini di Concordia, decretato dal Tribunale di Modena, atto conseguente dopo la sorprendente notizia della non avvenuta formalizzazione della cessione di ramo d’azienda alla Coemar Lighting di Castiglione delle Stiviere. Abbiamo immediatamente preso contatto col curatore fallimentare per preparare un incontro del tavolo di salvaguardia occupazionale. Questi sono giorni dolorosi per una comunità che nella ricorrenza dei sei anni dal sisma rivive un dramma collettivo e che non deve essere gravata da ulteriori ansie per il futuro lavorativo di almeno 50 famiglie”.

Questo il primo commento dell’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi e del sindaco di Concordia Luca Prandini sull’esito della crisi che ha coinvolto la Martini, nota azienda di illuminotecnica sita nel modenese.

La mancata formalizzazione della cessione del ramo di azienda era un passaggio che, dopo la firma dell’accordo con le organizzazioni sindacali per il trasferimento del personale, sembrava essere l’atto conclusivo di una lunga vertenza che avrebbe dovuto concludersi con il proseguo della attività nel sito di Concordia e la tutela di gran parte della occupazione. “Questo era e rimane l’obiettivo che le Istituzioni hanno sempre prefigurato e favorito nel corso degli incontri avvenuti sia in Municipio a Concordia che presso gli uffici regionali dell’Assessorato alle Attività produttive”, dicono assessore e sindaco.

Costi e Prandini ritengono “necessario comprendere a fondo quali siano i fatti recenti che hanno impedito la conclusione positiva della cessione di ramo d’azienda, ma oggi è importante ripristinare nel più breve tempo possibile un percorso in grado di garantire il futuro a una storia aziendale radicata in un territorio già fortemente colpito dal sisma del 2012. I lavoratori che hanno pazientemente sofferto questa lunga attesa meritano delle risposte e soprattutto una soluzione praticabile e certa”. /AA

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