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Al via il piano regionale di controllo degli storni per prevenire i danni alle colture in campo

Approvato dalla Giunta regionale il piano quinquennale. Sarà ora possibile mettere in campo azioni in difesa dei frutteti e di altre colture sensibili In arrivo anche il piano di controllo dei corvidi. L’assessore Caselli “Corvidi e storni possono causare significativi danni alle colture agrarie soprattutto in questo periodo. Grazie al nuovo piano anche gli agricoltori dotati di licenza di caccia potranno intervenire”

Bologna – Diventa pienamente operativo il piano regionale di controllo degli storni. Approvato dalla Giunta, su proposta dell’assessore regionale alla agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli, il piano recepisce le osservazioni e il parere di Ispra, Istituto per la prevenzione e la ricerca ambientale, e consente di intervenire in difesa dei frutteti e di altre colture sensibili laddove si è esaurita l’efficacia delle misure di prevenzione. Gli agricoltori possono richiedere alle polizie provinciali di attivare il piano di controllo che può essere effettuato dagli stessi agricoltori se in possesso della licenza di caccia.
Per quanto riguarda invece il piano di controllo dei corvidi, la Regione attende l’imminente parere di Ispra e prevede di poterlo approvare entro la prossima settimana. L’abbattimento potrà essere effettuato dagli stessi soggetti e secondo le procedure previste anche per il piano di controllo degli storni.

“Sappiamo che corvidi e storni possono causare, in alcune zone, significativi danni ai frutticoltori soprattutto in questo periodo- ha dichiarato Caselli-. Proprio per questo abbiamo dato il via al piano regionale di controllo per gli storni e ci apprestiamo a farlo a breve anche per i corvidi, dando la possibilità di intervenire, oltre che agli operatori autorizzati, agli stessi agricoltori dotati di licenza di caccia.”

Il piano in dettaglio

Il Piano quinquennale di controllo dello storno (Sturnus vulgaris) è valido per l’intero territorio regionale con esclusione dei Parchi nazionali e regionali e delle Riserve statali e regionali. Per i siti Natura 2000 valgono le misure specifiche di conservazione approvate dai rispettivi Enti gestori.

Il piano di controllo regionale non dovrà superare annualmente i 25mila capi. L’indicazione tiene conto del quantitativo di capi abbattuti in Emilia Romagna dal 2009 al 2016.

Sarà necessario un sistema centralizzato per conteggiare in maniera tempestiva gli abbattimenti effettuati all’interno del territorio regionale, interrompendo l’attività di controllo qualora venga raggiunta la soglia massima.

Vietati i richiami, vivi o di altra natura, gli abbattimenti dovranno essere effettuati esclusivamente in presenza del frutto pendente e ad una distanza non superiore a 100 metri dalle colture in frutto, fino al 30 novembre 2018.

Il piano di controllo, per legge, può essere attivato solo laddove sono stati effettuati interventi di prevenzione la cui efficacia si è venuta ad esaurire. Gli interventi di prevenzione, oltre che obbligatori per poter richiedere l’attivazione del piano di controllo, restano comunque utili per una prima dissuasione e mantengono l’efficacia per altre specie di uccelli.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA



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