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da Laboratorio civico Ferrara

Il Comune ha voluto che il Giro d’Italia partisse anche da Ferrara. Tale evento, realizzato per dare maggior visibilità alla città e per portare, come ricaduta sul territorio, più turismo e di conseguenza più guadagno all’indotto che crea servizi a chi visita la città, ha però dei costi. Questa manifestazione ci ha portato ad alcune considerazioni generali: la spesa sostenuta dall’amministrazione è rimasta tuttora sconosciuta e questo aspetto ci turba molto poiché riteniamo che con il denaro pubblico deve esserci piena trasparenza. Rcs Sport non ha voluto comunicare a Business Insider Italia l’importo dei singoli accordi. D’altra parte la ragione è evidente: a differenza della Francia non c’è una tariffa uguale per tutti, ma gli accordi variano, e parecchio, da comune a comune. Meglio non divulgare. Quello che però si sa è che per le partenze i costi si aggirino a varie decine di migliaia di euro, per gli arrivi, molto più interessanti, i costi moltiplicano vertiginosamente. Noi a Ferrara quanto abbiamo speso?
Sponsorizzare la nostra bellissima città con eventi di caratura nazionale lo condividiamo. È giusto valorizzare noi stessi nel meglio possibile. Dobbiamo creare eventi che portino turisti in città che permettano di creare lavoro e ricchezza per gli operatori economici locali. Per questo, pensiamo che negli uffici del Comune si sia fatto il banale conteggio dei costi-benefici, come si fa in tutte le famiglie. Vogliamo credere che “Il Giro” abbia portato dei veri benefici economici ai commercianti locali e soprattutto all’immagine di Ferrara e che questa fosse la finalità primaria della Giunta. Non contestiamo l’evento, ma vorremmo avere risposte dall’amministrazione e sapere quali valutazioni sono state fatte dagli assessori competenti, soprattutto in tema di ritorno al territorio oggi e per il futuro.
Ci duole invece evidenziare che l’organizzazione post evento che il nostro Comune ha messo in piedi, non è stata brillante.
Durante l’evento, il centro era in parte chiuso alla viabilità, tanto che molti furgoni non hanno potuto consegnare le merci, non potendo passare o transitare in alcune vie centrali: gli esercizi commerciali attigui al giro erano difficilmente raggiungibili. Ci domandiamo: un evento di tale portata, organizzata da tempo, é stato organizzato con gli esercenti o per lo meno questi sono stati preavvisati delle limitazioni in modo da potersi organizzare al meglio?
Purtroppo invece, per l’ennesima volta, non si è riusciti a razionalizzare la gestione rifiuti: infatti una volta partito “Il Giro”, verso le 12.00, la città è rimasta invasa da immondizia fino alle 16.30-17.00, con tanto di turisti che fotografavano i monumenti in mezzo alla sporcizia.
Ci avevano detto che si era investito nei cestini intelligenti, cosiddetti “smart”. Evidentemente però, questi non hanno proprio funzionato, come non hanno funzionato, anche in questo caso, le calotte. I turisti e gli organizzatori, non avendo le tessere hanno abbandonato a terra i loro rifiuti, cosa che immaginiamo, si ripeterà ad ogni evento. O lasceremo l’ennesimo onere alla buona volontà dei commercianti di zona?
Facciamocene una ragione: qualcosa è cambiato, ma in peggio. Non viviamo più nella “Ferrara, città delle biciclette”, ma a “Ferrara, città delle biciclette che devono schivare il pattume… a terra.

Laboratorio civico

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