Burocrazia: Emilia Romagna, corvi e storni senza freno su frutta primaverile
Tempo di lettura: 2 minuti
Da ufficio stampa Coldiretti Emilia Romagna
La pazienza degli agricoltori è ormai al limite per lo scempio che storni e corvi stanno facendo sulla frutta primaverile nei campi dell’Emilia Romagna. Anche quest’anno i danni di questi uccelli rischiano di avviarsi sulla strada dello scorso anno quando i danni complessivi dei due tipi di uccelli hanno superato i 150 mila euro. È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna, che ha chiesto alla Regione di sollecitare l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ad approvare i piani di controllo di questi dannosissimi uccelli.
Mentre i vecchi piani di controllo provinciali che scadono a giugno o sono scaduti (secondo le province) appaiono ormai inadeguati, la Regione – informa Coldiretti Emilia Romagna – ha provveduto a redigere per tempo il piano regionale di controllo per gli storni, che però non può essere applicato senza il benestare dell’Ispra, che non è ancora arrivato. I tempi burocratici – denuncia Coldiretti regionale – non sono però compatibili con i tempi dell’agricoltura. Infatti sono in maturazione specie di frutta particolarmente prediletta da corvidi e storni, come le ciliegie, le susine, le albicocche, le fragole, ma anche colture estensive come il grano. Si tratta di colture ad alto valore aggiunto e ad alta manodopera, la cui perdita significa mettere a rischio il reddito e l’occupazione delle imprese.
Le aziende agricole – spiega Coldiretti – sono penalizzate da due fattori: il primo è la difficoltà di contenere la sempre più rapida diffusione di questi uccelli, che si contano ormai in termini di milioni di esemplari; il secondo è la difficoltà ad ottenere i risarcimenti dagli enti pubblici, che hanno ancora tempi troppo lunghi.
Quello dei danni alle colture agricole da corvidi e storni è un problema da affrontare concretamente e senza rallentamenti burocratici – afferma Coldiretti Emilia Romagna – i cosiddetti interventi di prevenzione (reti di protezione, sagome di falco, ultrasuoni, detonatori temporizzati, nastri riflettenti) finanziati dalla Regione per ammissione della stessa amministrazione regionale, si sono rivelati insufficienti in quanto – spiega Coldiretti – producono un effetto dissuasivo temporaneo e molto limitato nel tempo. L’efficacia infatti si esaurisce rapidamente dando origine a forme di assuefazione basata sulla mancanza di esperienze negative successive all’allarme. Nonostante la comprovata inadeguatezza, l’agricoltore che ha subito un danno ha diritto al risarcimento solo se ha messo in atto questi sistemi.
Per questo conclude Coldiretti è necessario avviare subito i piani di controllo a queste specie di uccelli e snellire gli interventi di risarcimento per le aziende danneggiate ed evitare così la perdita di valore aggiunto dell’agricoltura in Emilia Romagna.
Sostieni periscopio!
COLDIRETTI
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it