Crisi zucchero italiano Calvano: “Sostegno da Regione e Governo per produttori e lavoratori del settore”
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Da Ufficio stampa Gruppo Partito Democratico
Rilancio della filiera Made in Italy
La crisi dei prezzi dello zucchero sta mettendo in ginocchio il settore bieticolo-saccarifero. Un problema iniziato lo scorso settembre, quando è finito il regime delle quote produttive, deciso dalla Commissione Europea a fine 2005, che definiva tetti produttivi ai paesi membri. Proprio per tutelare la filiera dello zucchero il consigliere Paolo Calvano si fa portavoce del tema chiedendo, in una risoluzione, più sostegni a produttori e lavoratori del settore. «La barbabietola da zucchero rimane una coltura tradizionale del ferrarese e di tutta la Pianura Padana, che assume un ruolo significativo anche dal punto di vista agroambientale e della salvaguardia della qualità dei suoli – dice Calvano –. Per questo è necessario salvaguardare una filiera che nel corso di oltre un secolo di storia agricola ed industriale rappresenta un asset strategico irrinunciabile».
Questa crisi ha portato alla chiusura diversi stabilimenti e l’unico produttore cooperativo di zucchero in Italia è Coprob, che produce tra Minerbio e Pontelongo il 56% della quota nazionale di zucchero. «Per questo serve un impegno comune, già avviato dalla Regione Emilia Romagna, per sostenere le aziende bieticole, rafforzando l’incremento della produttività e della reddittività della filiera – conclude il consigliere –. Con la risoluzione richiedo la costituzione di un tavolo interregionale che riunisca tutti i soggetti interessati, dai produttori alla grande distribuzione, al fine di mettere in campo azioni concrete per il rilancio dello zucchero italiano e dando vita ad una filiera dolciaria interamente Made in Italy. Inoltre, è necessaria una politica industriale nazionale che assicuri la continuità e il consolidamento delle filiere bieticolo-saccarifere mediterranee e la giusta remunerazione dello zucchero Made in Italy, anche con riferimento alla repressione di pratiche commerciali scorrette che rischiano di produrre effetti particolarmente negativi a livello economico e sociale».
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