Sanità. Inaugurata a Bologna la Casa della salute Navile, la più grande della città. Oltre 7mila metri quadrati, investimento di 12 milioni di euro. Il presidente Bonaccini: “Già 104 attive in tutta l’Emilia-Romagna, un modello per noi fondamentale per portare i servizi nei territori sempre più vicino ai cittadini”
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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna
Si aggiunge alle 15 Case già aperte nel territorio dell’Azienda Usl di Bologna e servirà oltre 68mila persone. Ospita la medicina generale e specialistica, ma anche un centro di salute mentale e uno per la cura degli uomini violenti. Nella rete regionale delle case della salute impegnati oltre 1.300 medici
Bologna – Con la Casa della salute Navile, inaugurata questa mattina in piena zona Bolognina, salgono a 16 le strutture sanitarie polifunzionali aperte e attive nel territorio dell’Azienda Usl di Bologna. Al taglio del nastro, hanno partecipato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il sindaco di Bologna, Virgilio Merola, e la direttrice generale dell’Ausl di Bologna, Chiara Gibertoni.
L’edificio, che sorge alle spalle della sede del Comune di piazza Liber Paradisus, è frutto di un investimento di oltre 12 milioni di euro, vanta una superficie di 7 mila e 550 metri quadrati distribuiti su quattro piani e un interrato e ha come popolazione di riferimento circa68mila abitanti, residenti nel quartiere Navile. L’obiettivo è lo stesso condiviso con tutte le altre Case della salute già realizzate in Emilia-Romagna: portare direttamente ai cittadini nei territori i servizi sanitari e di cura, rafforzando al tempo stesso l’offerta di prevenzione e supporto specialistico ai pazienti cronici, a partire dagli anziani.
“Con l’inaugurazione di oggi- ha sottolineato il presidente Bonaccini- si rafforza ulteriormente l’identità del progetto Case della salute, che in tutta l’Emilia-Romagna già oggi ne può contare 104, 16 delle quali nel solo territorio dell’Ausl di Bologna, strutture al servizio di oltre 2 milioni di cittadini. Parliamo di un investimento consistente, che si è potuto realizzare grazie a risorse pubbliche e private utilizzate in modo sinergico con un unico obiettivo: fornire servizi di qualità alle persone, soprattutto quelle affette da malattie croniche o particolarmente fragili, portandoli il più vicino possibile a dove abitano e risiedono. Si tratta di un modello per noi fondamentale per potenziare la sanità e il welfare regionali, reso possibile- ha concluso il presidente- anche grazie ai tanti professionisti e operatori presenti all’interno delle Case della salute, per un lavoro quotidiano di squadra che rappresenta una componente fondamentale della qualità, dell’efficacia e della continuità delle cure. Loro come i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che ogni giorno rendono la sanità dell’Emilia-Romagna una eccellenza assoluta in Italia e in Europa”.
La Casa della salute Navile
Oltre agli ambulatori specialistici, la nuova struttura ospita nei suoi quattro piani il consultorio, il Cup, il Centro di salute mentale, l’Area medici di Medicina generale, l’Area infermieristica con il servizio di Assistenza domiciliare infermieristica e l’ambulatorio infermieristico per le cronicità, la palestra di riabilitazione e i servizi materno-infantili. Verrà poi aperto il Centro Liberiamoci dalla Violenza, per il trattamento di uomini autori di sopraffazioni e abusi contro le donne: un progetto nato alla fine del 2017 nell’ambito delle azioni sostenute dalla Regione per contrastare e prevenire la violenza di genere e contro i minori.
Il piano interrato, riservato agli operatori, ospita il parcheggio per le auto di servizio, gli spogliatoi e l’archivio.
Come funzionano le Case della salute
In Emilia-Romagna il percorso di realizzazione delle Case della Salute è stato avviato nel 2010. L’obiettivo era ed è quello di realizzare in modo omogeneo su tutto il territorio regionale strutture che possano essere un punto di riferimento certo per i cittadini, dove trovare risposta alla maggior parte dei bisogni, attraverso la garanzia dell’accesso e della presa in carico, in integrazione con i professionisti del sociale. Si qualificano come strutture facilmente riconoscibili e raggiungibili dalla popolazione di riferimento per l’ingresso, l’accoglienza e l’orientamento del cittadino. Con i concetti di “casa” e “salute” si intende porre al centro la comunità, nelle sue varie forme: pazienti, caregiver, associazioni di pazienti e cittadini. Le Case della Salute, pertanto, sono parte integrante dell’identità della collettività, un luogo di partecipazione e di valorizzazione di tutte le risorse del territorio: prova ne è il fatto che in più del 70% delle Case della Salute attive vengono realizzate attività in collaborazione con le Associazioni di volontariato, che spesso hanno la propria sede nella Casa della salute stessa.
I professionisti coinvolti nelle Case della Salute: oltre 1.300 medici
Sono 1.321 i medici di Medicina generale che operano nel territorio di riferimento delle Case della Salute, di cui 561 a tempo pienoall’interno delle strutture. Per quanto riguarda i Pediatri di libera scelta, sono 260 a lavorare nel territorio di riferimento, di cui 67 all’interno delle Case della Salute. Queste strutture, inoltre, possono contare su più di 400 infermieri, circa 100 ostetriche, oltre 100 assistenti sociali, a cui vanno aggiunti molti altri professionisti, come tecnici della riabilitazione, amministrativi, personale sanitario non medico e altro personale sanitario e tecnico. Le branche specialistiche prevalenti sono quelle previste nell’ambito dei percorsi assistenziali: cardiologia, oculistica, diabetologia. /Ti.Ga.
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