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Da ufficio stampa MoVimento 5Stelle Ferrara

In risposta ad AUSL, che sminuisce l’incidenza delle malattie tumorali nel ferrarese come “vox populi”, è bene precisare che l’amministrazione ha più volte negato le richieste avanzate dal M5S affinché venissero disposti nuovi studi epidemiologici su tale problematica. Riteniamo necessario realizzare uno studio mirato sul Comune di Ferrara, per determinare lo stato di salute della popolazione a ridosso del polo industriale. Già Ilaria Morghen, Consigliere Comunale M5S nel 2016, depositò un accesso atti di referto epidemiologico e un Ordine del Giorno su un’indagine epidemiologica da condurre sulla popolazione ferrarese esposta ai fumi dell’inceneritore, proponendo di finanziare tali nuovi censimenti e rendere questi dati trasparenti ed accessibili alla cittadinanza. Ma l’amministrazione rifiutò. Nonostante l’OMS indichi che il legame tra qualità dell’aria e salute umana è sempre più forte, tant’è che le nuove linee guida abbassano i livelli di inquinanti consentiti, per l’AUSL l’incidenza dei tumori polmonari nel ferrarese è da ricondursi principalmente al consumo di sigarette, di poco superiore rispetto alla media nazionale. Troppo spesso tra i fattori di rischio sono individuati solo le abitudini personali e di comportamento, meri rischi individuali; solo negli ultimi tempi ha assunto maggior rilevanza il rapporto qualità dell’ambiente e salute umana: gli interferenti endocrini, la pessima qualità dell’aria che respiriamo, i metalli pesanti ed altre sostanze chimiche biopersistenti e bioaccumulabili sono solo alcune delle cause d’insorgenza di malattie gravi, e Ferrara le ha tutte.

La voce proviene da quella parte di popolo preoccupato, obbligato a respirare i fumi degli agglomerati urbani e del polo industriale, che tra il 2016-2017 ha registrato un record di emissioni straordinarie, emergenze non controllate con ordinanze sindacali con “il trucco” dei 4 giorni consecutivi di sforamento, e che pertanto non rassicurano chi vive ai piedi delle torce del Petrolchimico. Anche ciò che mangiamo è un fattore da non sottovalutare, i nostri alimenti provengono da terreni contaminati da diossine, PCB, IPA, sovraccarichi di pesticidi e diserbanti che lasciano tossine e metalli sugli alimenti. Le stesse acque d’irrigazione sono considerate altamente inquinate e pericolose per la salute. Come ha dimostrato Legambiente nel suo ultimo rapporto sulla qualità dell’aria e dell’acqua, i nostri terreni presentano 4 kg di fitofarmaci e pesticidi in più per ettaro rispetto alla media nazionale. Se non è tragico questo cosa possiamo ancora considerare allarmante?
Perché sia il Comune, ed in particolare i Sindaci che hanno governato tra il 2006 e il 2015, in quanto autorità sanitarie locali, che la Provincia, in qualità di autorità competente al controllo, come per la discarica di Imola, non hanno realizzato per la discarica di Ca Leona, la diffida prevista dall’ art. 244 c.2 D.Lgs. 152/06, attuata invece dalla Città Metropolitana di Bologna a seguito della ricevuta notifica da parte di ARPAE inerente il superamento dei livelli d’inquinamento parametrati dalla legge? Perché a Ferrara si è proceduto diversamente che a Bologna?
Perché l’AUSL, per la sua parte di competenza, non ha mai approfondito la pericolosità dei prodotti agricoli provenienti da siti contaminati, primo tra tutti l’ex discarica Ca Leona, restituita all’agricoltura, vista la rilevanza sanitaria per i consumatori sia umani che animali, chiedendo il divieto di coltivazione e attuando un monitoraggio adeguato prima di consentirne la commercializzazione?
Inoltre come si evince dal rapporto MEV(i) 2018, analisi che il M5S fece già nel 2017, Ferrara si conferma città a più alto livello di mortalità evitabile sopra la media nazionale. A fronte di queste annose problematiche, di certo rimangono i dati forniti dall’AIRTUM – associazione italiana registro tumori – su una popolazione complessiva di circa 355mila abitanti, le persone residenti nel territorio ferrarese che hanno fatto i conti con una diagnosi di tumore sono circa 21mila, il 6% della popolazione contro una media nazionale che si attesta attorno al 5%.
Noi cittadini chiediamo che vengano affrontati e portati a termine il prima possibile questi cosiddetti “studi complessi” citati da Ferretti e che vengano immediatamente divulgati in maniera comprensibile per i cittadini. Nel frattempo i cittadini e coloro che scelgono come rappresentanti politici si riservano il pieno e insindacabile diritto, garantito dagli articoli 21 e 32 della Costituzione Italiana, di esporre le loro preoccupazioni così come ragionamenti causali e soluzioni in campo ambientale e sanitario.

Chiediamo che vengano resi pubblici i dati relativi all’inquinamento dell’acqua di falda dei Comuni della Terra dei Fuochi e che vengano raffrontati con i dati relativi all’inquinamento dell’acqua di falda dell’area dell’ex discarica di Ca’ Leona di Ferrara: solo così i cittadini possono avere riscontri oggettivi delle differenze, se ci sono, dei livelli di inquinamento delle 2 aree (Comuni della Terra dei Fuochi e discarica Ca’ Leona), per poterle paragonare scientificamente.

Alla politica spetta l’ipotesi e la proposta, all’esponete dell’ente istituzionale la dimostrazione con riscontro oggettivo. Ai cittadini la garanzia, garantita dalla legge, della salubrità dell’ambiente che abitano.

– ODG – INDAGINE EPIDEMIOLOGICACA SULLA POPOLAZIONE FERRARESE ESPOSTA AI FUMI DELL’INCENERITORE http://www.comune.fe.it/5257/odg-indagine-epidemiologica-sulla-popolazione-ferrarese-esposta-ai-fumi-dell-inceneritore

– RICHIESTA DI ACCESSO AL REFERTO EPIDEMIOLOGICO
http://www.comune.fe.it/5049/richiesta-accesso-agli-atti-referto-epidemiologico

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