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Il presidente di Coop Estense, Mario Zucchelli, all’indomani dello sciopero del 23 dicembre ha mandato una lettera personale ai dipendenti che non hanno scioperato per ringraziarli. Come definire questo atto? Una caduta di stile? Un atto di arroganza? Un gesto di intimidazione? A me pare un comportamento grave e offensivo verso la dignità delle persone che hanno deciso di scioperare non certo a cuor leggero e a costo di un pesante sacrificio personale. Ma vorrei allargare il campo della riflessione ponendo alcune domande. Non hanno niente da dire i soci di Coop Estense a fronte di un atto che anche un imprenditore privato avrebbe il pudore di non compiere? E la Lega? E le forze politiche di riferimento (innanzitutto il Pd…) di tanta parte dei soci e di chi ha sempre sostenuto la cooperazione come una realtà imprenditoriale ‘diversa’ non hanno nulla da commentare? A me pare che sul piano delle relazioni tra dirigenza-sindacati-dipendenti-soci la lettera del presidente Zucchelli sia lesiva di alcuni principi a cui dovrebbe tenere la cultura democratica del mondo cooperativo. O dobbiamo registrare un altro pozzo avvelenato dalla cultura di questi ultimi decenni di assoluta noncuranza del rispetto per ogni lavoratore nell’esercizio dei suoi diritti sindacali?

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Fiorenzo Baratelli

È direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara. Passioni: filosofia, letteratura, storia e… la ‘bella politica’!

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