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Da Paolo Giardini

Ho sempre ammirato la tagliente eloquenza del giornalista Travaglio. Sciorinando puntigliosi dati negativi sulla storia politica nazionale degli ultimi decenni, riesce a sbalordire per le conclusioni regolarmente poco simpatiche messe in evidenza. Certi suoi pamphlet, a mio avviso, andrebbero proposti come libri di lettura estivi per le scuole medie, per dare ai giovani un’idea riassuntiva di come malfunziona lo Stato in cui si trovano a vivere.
Il Travaglio è però riuscito ad innalzare l’asticella già alta della mia soglia di sconcerto quando giorni fa nella trasmissione TV “Otto e mezzo” della Gruber, zittendo l’ospite che menzionava la farsesca disastrosità della sindachessa Raggi a Roma, ha precisato che per l’enormità dello sfacelo ereditato la poveretta, ‘rimasta col cerino acceso’, di miracoli non ne può fare.
Cerino acceso?! In tutte le città d’Italia tutti i partiti sono disposti a fare (e spesso fanno) carte false per occupare le poltrone da sindaco. Tutti promettono il miracolo di ribaltare un andazzo mefitico proprio grazie al quale i candidati in gara si propongono come unici salvatori. E chi ha vinto la gara di Roma, secondo il Travaglio, sarebbe quella rimasta col cerino? Equivale a dire che la Raggi è un’idiota offertasi per un folle incarico senza sapere di cosa si trattava. Poiché non sembra improbabile che le cose stiano effettivamente così, e visto che il Travaglio sa usare con perizia le metafore non restava che attendere indizi da notizie ulteriori. L’attesa è stata breve, grazie al ministro della pubblica istruzione signora Valeria Fedeli e la sua perla del ‘sempre più migliori’ nell’ultimo discorso rivolto ai docenti, suscitando l’entusiasmo dei giornali nazionali perché pare che anche senza far parte del M5S, a produrre strafalcioni la velleitaria signora dell’istruzione gareggi con Di Maio. E qui c’è stata una piccola delusione: “Il Fatto Quotidiano” diretto da Travaglio ha usato poca ironia, comunicando in chiaro che la Fedeli ‘cade nuovamente sulla grammatica’. Quindi si avvicina l’ipotesi che il cerino sia una battuta vincente ma fuorviante, da pessimo giornalismo.
Contraltare a “Il Fatto”, su “Il Foglio” è intervenuto un altro giornalista famoso, Adriano Sofri, mandando ironicamente a quel paese i lettori pedanti che non sanno che la Fedeli è bravissima in grammatica e, a conferma di ciò, giù qualche antica citazione di ‘più meglio’. Peccato sia lo stesso Sofri che in gioventù diresse il giornale “Lotta Continua”, emanazione di una formazione extraparlamentare dallo stesso nome, che invitava fuor di metafora a giustiziare il Commissario Calabresi. E Calabresi fu assassinato. La Volpe Sofri, invecchiando, ha perso il pelo ma non il vizio di dire cose a vario titolo pericolose, disinformando. Il che, in un paese che ha il massimo tasso d’analfabetismo funzionale d’Europa, non è un gran servizio offerto ai lettori superstiti.

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