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Da Andrea Strocchi

Tra le iniziative promosse grazie alla sinergia di diversi attori sociali quali Associazioni, Società Sportive, Enti, Aziende e Università degli Studi di Ferrara in occasione della giornata mondiale dedicata all’AIDS ci preme segnalare la LETTERA APERTA che la mattina del 1 dicembre sarà letta in classe nella prima ora di lezione (naturalmente la scelta di aderire è delegata alla condivisione dei contenuti e degli obiettivi da parte dei singoli Dirigenti e dei Consigli d’Istituto).

La lettera sarà diffusa, nella stessa giornata, anche alla popolazione universitaria dei vari Dipartimenti dell’Università di Ferrara.

Pur consapevoli delle limitazioni imposte dagli spazi a Vostra disposizione siamo chiedere la disponibilità a pubblicare il testo con l’auspicio che tale lettura possa contribuire ad accrescere le conoscenze e le responsabilità del pubblico dei lettori in tema di HIV/AIDS

Lettera per le studentesse e gli studenti degli Istituti Superiori di II grado della provincia di Ferrara e dell’Università degli Studi di Ferrara.

“Care Ragazze e Cari Ragazzi, anche quest’anno dobbiamo insistere sullo stesso argomento:
l’HIV non è scomparso e non c’è ancora il vaccino. Dovete saperlo. Ma perché vi allertiamo su
questo? Perché ogni anno a Ferrara e in Italia si presentano nuovi casi di infezione da HIV che
riguardano giovani, soprattutto maschi. Insistiamo perché questo problema riguarda i rapporti
umani e in particolare l’intimità dei rapporti sessuali: tutti desiderano che questo incontro sia piacevole,
consapevole, una scelta libera dalle possibilità di contrarre l’HIV e altre pericolose infezioni.
E una raccomandazione ci viene spontanea prima di proporvi ogni altra riflessione: se avete dei
rapporti occasionali usate sempre il preservativo dall’inizio alla fine del rapporto, solo così potrete
rispettare il vostro e l’altrui corpo vivendo fino in fondo il piacere dell’incontro. E ancora, non
meno importante, se avete qualche dubbio abbiate il coraggio di recarvi presso il reparto di malattie
infettive più vicino. Vi accoglieranno con gentilezza e – in maniera del tutto anonima e gratuitamente
– vi proporranno di fare il test. Per darvi un’idea di cosa stiamo parlando siamo costretti a citare alcuni numeri perché nel contesto della ricerca sociosanitaria i dati sono fondamentali per comprendere le dimensioni di un
fenomeno, interpretarlo, tentare di porvi rimedio e prevenirlo. In Italia sono oltre 100mila i casi accertati; quasi 4 mila i nuovi ogni anno. E le persone contagiate sono sempre più giovani. Il 10% ha tra i 14 e i 24 anni e un altro 20% tra i 25 e i 29. I maschi in percentuale sono più del doppio rispetto alle femmine. A differenza degli esordi degli anni ’80, ad infettarsi non sono esclusivamente i tossicodipendenti e gli omosessuali ma anche e soprattutto gli eterosessuali. E sempre i numeri dimostrano quanto sia necessario mantenere alto il livello di attenzione: ogni anno muoiono meno persone ma, al contempo, verifichiamo nuove infezioni e il numero totale dei soggetti contagiati aumenta in termini assoluti. Nonostante questo dato di fatto abbiamo dimenticato che un’intera generazione è vissuta nel terrore del contagio e qualche miliardo di persone ha modificato le proprie abitudini sessuali mentre decine di migliaia di scienziati lavoravano freneticamente alla ricerca di una soluzione che è arrivata con la scoperta di nuovi farmaci capaci di contrastare – non vincere, è necessario ribadirlo – il virus. E’ iniziata un’amnesia collettiva, un desiderio insormontabile di rimuovere la malattia. Governi, media, grandi centri di divulgazione scientifica hanno smesso quasi completamente di prestare attenzione, di informare, di aggiornare le nuove e le vecchie generazioni su quanto avviene sul pianeta HIV- AIDS. Una sorta di time-out che si è protratto negli anni interrotto da scampoli di attenzione quando un nome noto perdeva definitivamente la propria
battaglia e la propria vita. Così siamo qui oggi a ricordarvi che l’infezione può essere completamente priva di sintomi anche per molti anni, dal momento del contagio a quando compaiono le prime tracce della malattia; la persona non sa di avere contratto l’infezione e può contagiare chiunque entri in relazione sessuale con lui o lei; se non viene adeguatamente e tempestivamente curata si perde la possibilità di metterla sotto controllo; quando la diagnosi arriva in una fase già avanzata le cure potrebbero non essere più efficaci. I farmaci da soli non bastano per darvi una vita normale se siete sieropositivi. La terapia è una catena stretta attorno alla qualità della vostra vita senza contare gli effetti collaterali di una cura che si protrarrà per tutta la vita. A questo proposito vogliamo ricordarvi che sifilide e gonorrea, malattie apparentemente relegate a un passato remoto si sono riaffacciate in grande stile. Per la sifilide si parla di un aumento del 400% dal 2000 ad oggi. Tutelare la
propria salute significa quindi non abbassare mai la guardia, non sottovalutare il problema o addirittura rimuoverlo, pensando semplicemente “tanto a me non capiterà”. Nessuno può sentirsi al sicuro dalla trasmissione di
queste infezioni in caso di rapporti sessuali non protetti. Una leggerezza, una dimenticanza, un in/giustificato imbarazzo o semplicemente la voglia di mostrasi sicuri possono costare cari. Imparare a rispettare se stessi ed a
rispettare gli altri è un cammino a volte scomodo, ma necessario al proprio benessere, da qualsiasi punto di vista lo si consideri.”
E ricordate “HIV, PROTEGGIAMOCI DAL VIRUS E DALLO STIGMA: SIAMO TUTTI COINVOLTI”.

A cura di: Comune di Ferrara, Assessorato alle
Pari Opportunità, Assessorato Servizi alla
Persona, Assessorato alla Pubblica Istruzione,
Azienda Usl di Ferrara, Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Ferrara, Università degli
Studi di Ferrara, AFM Farmacie Comunali di
Ferrara, Federfarma, Avis Provinciale e Comunale

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