A livello nazionale permane un preoccupante ritardo nell’applicazione del passaggio alla tariffa puntuale.
La modernizzazione del settore si ottiene con l’adozione di sistemi economici di gestione integrata, e l’integrazione richiede condivisione, partecipazione e soprattutto determinazione. In questa logica diventa importante la corretta applicazione di equilibrati strumenti tariffari.
L’applicazione della Tariffa porta sicuri miglioramenti: dalla valorizzazione di un corretto sistema economico alla comprensione dettagliata dei costi, al controllo della gestione del settore e soprattutto garantisce una maggiore equità di contribuzione per i cittadini. Il passaggio a tariffa puntuale risponde infatti a tre princìpi di base che si possono riassumere in:
- sostenibilità ambientale (perché si auspica la crescita di comportamenti virtuosi),
- sostenibilità economica (e dunque l’equilibrio reale tra entrate e costi del servizio),
- equità contributiva (pagare per un servizio reale ed effettivamente erogato).
Nell’aprile 2017 è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Ambiente ‘Criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico o di sistemi di gestione caratterizzati dall’utilizzo di correttivi ai criteri di ripartizione del costo del servizio, finalizzati ad attuare un effettivo modello di tariffa commisurata al servizio reso a copertura integrale dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati’.
Il principio di riferimento è un sistema di tariffazione puntuale (Payt, pay as you throw) che si basa su due principi guida delle politiche europee:
• chi inquina paga (polluter pay principle, Ppp);
• la responsabilità condivisa (shared responsibility).
La tariffa puntuale infatti garantisce la trasparenza, permette un’equa distribuzione dei costi tra gli utenti, incrementa la separazione dei materiali riciclabili e soprattutto favorisce un comportamento virtuoso. La metodologia tariffaria si articola nelle seguenti fasi fondamentali: individuazione e classificazione dei costi del servizio; suddivisione dei costi tra fissi e variabili; ripartizione dei costi fissi e variabili in quote imputabili alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche; calcolo delle voci tariffarie, fisse e variabili, da attribuire alle singole categorie di utenza, in base alle formule e ai coefficienti indicati dal metodo.
Anche per Clara la missione è applicare la tariffa puntuale (o ‘su misura’, definizione coniata proprio dall’azienda) su tutti i Comuni soci. Ora è già operativa a Ro e Formignana, ma il metodo si diffonderà gradualmente su tutto il territorio.
L’obiettivo è creare un sistema economico che abbia una tariffa che per almeno la metà sia composta da costi varabili e dunque direttamente proporzionali al “consumo”, con un obiettivo di medio termine che è quello di ottimizzare i costi e ottenere dei benefici economici per i cittadini.
La struttura operativa del sistema tariffario si basa dunque su tre comparti: una parte fondamentale relativa al costo del servizio (e dunque pagato sulla base del reale utilizzo); una parte di costi aggiuntivi (legata al livello di qualità richiesto da ogni singolo Comune) e una parte di costi impiantistici richiesti dal sistema territoriale (a partire dalla bonifica delle discariche esaurite).
Nel tempo sarà importante aver un confronto analitico di quanto si spendeva e di quanto si spenderà rispetto ai miglioramenti ottenuti e i risparmi economici raggiunti.
Un tema fondamentale sarà quello di trattare le realtà non domestiche (artigianali, commerciali e industriali) come veri clienti a cui sia riconosciuto un corrispettivo competitivo e di qualità superiore.
I principi di applicazione di un metodo tariffario normalizzato si sviluppano sui seguenti punti:
- recuperare metodologie e analisi oggettive che raggiungano l’obiettivo di un necessario raffronto economico e valutazioni di equità di giudizio tariffario;
- costi del servizio chiari e correttamente imputati;
- obblighi di copertura: l’obiettivo è quello della copertura integrale del costo;
- trasparenza nella ripartizione dei costi ed in particolare delle quote fisse e variabili;
- chiarezza nella ripartizione dei costi fra le macrocategorie (utenze domestiche e non domestiche) e fra le singole categorie stesse associandola alle produzioni presunte tramite studi di settore specifici; maggiori sistemi di controllo dell’evasione ed elusione;
- la conoscenza della composizione merceologica dei rifiuti (vedi Ka e Kc) è alla base della valutazione dei sistemi di gestione, così come importante è la quantificazione della produzione e dai relativi indicatori (coefficienti Kb e Kd );
- necessità di concertazione nella fase di realizzazione dei regolamenti comunali; esigenza di rendere il più possibile omogenei i regolamenti e di concertazione per ricercare soluzioni applicative condivise (analisi delle esclusioni, esenzioni, riduzioni, univoca interpretazione della superficie tassabile;
- criteri di assimilazione omogenei su tutto il territorio in attesa di normative applicative di riferimento; l’accordo volontario è lo strumento per regolare quanto non in privativa;
- incentivi: la componente variabile della tariffa dovrebbe già di per sé rappresentare un criterio di incentivazione-impegno alla riduzione della produzione dei rifiuti;
- esclusioni: connesse alle specifiche politiche sociali adottate dal singolo Comune che nelle sue determinazioni si sostituisce al soggetto nel pagamento della tariffa in modo da non confondere il principio del chi inquina paga con gli opportuni calmieratori sociali.
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Redazione di Periscopio
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