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Da Paolo Giardini

È una prassi: quando Hera risponde ai giornali su questioni sollevate da cittadini imbufaliti non
manca di ripetere nel sermoncino che “d’intesa con l’Amministrazione Comunale, abbiamo
ritenuto necessario bla bla bla … ”. Facendo capire di non essere responsabile diretta di quanto
avviene. E spianando così la strada anche alle classi sociali evolute alla ricettività di percezioni
soggettive.
Precisazione: come insegnatoci dall’Assessora alla Perspicacia, a Ferrara le percezioni soggettive
sono i mezzi cognitivi degli ingenui soggetti avversi all’Amministrazione. Poco importa che siano
frutto di automatismi insostituibili per valutare immediatamente se il caffè è zuccherato col sale.
Tornando ad Hera, nell’ultima spiegazione rilasciata ha usato ancora il temibile plurale: “abbiamo
ritenuto..”. È la prova indiziaria di un malvagio complotto, supportato da una base legale chiamata
“MISURAZIONE PUNTUALE della quantità di rifiuti conferito al servizio pubblico”. Decreto 20
Aprile 2017 del Ministero dell’Ambiente.
La trappola scatta applicando l’art. 6 – “Misurazione della quantità di rifiuto”, che contempla due
possibilità di misurazione: diretta o indiretta.
Quella diretta è previsto si faccia nell’ortodossia, pesando normalmente quanto si versa. Unico
rischio, le pesature taroccate, come dal salumiere. Ma raddoppiare i valori è sempre complicato.
Naturalmente qui nessuno si sogna di prenderla in considerazione.
Quella indiretta invece è nascosta nella dark room del pattumaio che dedurrà il corrispettivo del
peso dal volume conferito, rapportandolo ad un coefficiente medio di peso specifico (Kpeso)
ottenuto dalla densità media dei rifiuti. Qui i taroccatori possono sbizzarrirsi.
Fra varie opzioni, offre perfino validità alla rozza conta del numero di volte che un contenitore di
capienza fissa è mosso dall’utente. Ma, guarda caso, è proprio il sistema a calotta rifilato ai
ferraresi. Un bel gesto, che consente ad Hera di far soldi anche con l’aria nei rifiuti.
Mettiamo nella calotta un sacco riempito d’aria, e questo ci verrà addebitato per 30 litri moltiplicati
per il Kpeso ufficiale. Non occorre replicare l’esperimento per arricchire Hera, basta la normale aria
dei rifiuti non costipati e un K a lei “favorevole”. Se al K attribuiranno il valore del peso specifico del
ferro, quanti ferraresi se ne accorgeranno?
Diabolico, eh? Ma la diavoleria non si esaurisce qui. C’è un altro dettaglio very very dark: chi è
autorizzato dal Decreto 20 Aprile 2017 a scegliere fra modalità di pesatura così diverse?
Teniamoci stretti: i Comuni. Solo ed esclusivamente i Comuni! Cioè i cittadini. Non l’Hera.
Ovvio! I Comuni sono al servizio dei contribuenti, dell’interesse pubblico. Non dell’interesse di SpA
in regime di monopolio miranti al massimo profitto col minimissimo della spesa.
In altre parole, a Ferrara fin dall’inizio si è fatto il contrario di quanto prescritto. E il primo cittadino
si nasconde dietro Hera, dandole il permesso di decidere e parlare non solo a nome suo con quel
plurale alieno (..abbiamo ritenuto..) ma su un piano paritetico (.. d’intesa con l’Amministrazione
Comunale..).
È un peccato veniale? Ma sì, perbacco! Perché il sindaco è un virtuoso, un paladino della legalità.
Ha amici di partito in Parlamento e al Governo. Gli basta una telefonata per avvertire che nell’art. 1
del Decreto manca qualcosa. Dopo “Comuni” bisogna aggiungere “e Gestori”. Subito! Come si fa a
dimenticarsi di Hera e le sue infinite benemerenze?
E in questa landa felice tutto ritornerà meravigliosamente sotto la copertura del feticcio delle leggi.

Paolo Giardini

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