Da Paolo Giardini
La datata polemica sui cassonetti di Hera rende banale l’ironico titolo di questa lettera, copiato
pari pari da un comunicato di Hera stessa al popolo bue. Quando mai si trova tanta convergenza
espressiva fra Hera ed una sua vittima designata? Sarebbe un peccato scegliere un altro titolo.
Tornando ai cassonetti in questione, ormai anche i gatti randagi sanno che i nuovi
dell’indifferenziata con l’appendice-calotta sulla sommità, più piccoli e buffi di quelli vecchi, alla
prova dei fatti si rivelano una debacle. Esaminiamoli allora punto per punto cercando di capire
dove stia la conclamata intelligenza:
A) COPERCHIO. Quello nuovo è costituito proprio dalla piccola calotta con un sportello e una piccola leva. Ciò significa che l’apertura ridotta rispetto a prima non consente più di usare sacchi grandi, né di vedere quanto è costipato l’interno del contenitore per scegliere dove depositare i
rifiuti.
B) LEVA D’APERTURA. Corta e azionata a mano. Sparita la comodità della lunga leva a pedale che, anche con le mani impegnate, con minimo sforzo consentiva pure a disabili e bambini di aprire un grande coperchio.
C) CAPIENZA NOMINALE. I cassonetti nuovi sono da 2.400 litri. Quelli vecchi da 3.200 litri: una perdita secca del 25% di capacità. Il che vuol dire almeno un 33% di viaggi in più per svuotarli. Non costano niente i viaggi aggiuntivi dei camion del pattume? Oppure sono una ghiotta voce retributiva replicabile ad libitum e profumatamente fatta pagare agli utenti?
D) CAPIENZA EFFETTIVA. Bassa. Introducendo i rifiuti da un unico punto, questi non si distribuiranno mai autonomamente all’interno. Eppure, anche senza esser dei geni in Meccanica, tutti dovrebbero ricordarsi della CLESSIDRA, il segnatempo che dimostra come la sabbia che cade dall’alto si depositi sempre in
mucchi fatti a cono. O forse il cassonetto “intelligente” contiene una piccola ruspa che ridistribuisce automaticamente il rusco in tutti i suoi 2,4 metri cubi?
E) FRUIBILITÀ. I grossi sacchi d’immondizia fino a 240 litri, tipici dell’indifferenziata, sono incompatibili con i cassonetti a calotta (salvo ad appoggiarceli contro o sopra, come si vede in
giro). Gli habitué di questi sacchi – imprese pulizie o altro – troveranno preferibili tutti gli altri
cassonetti dagli ampi coperchi, democraticamente più accoglienti di quelli a calotta.
F) MANOVRABILITÀ. Facile: un pulsante, un lettore della Carta Smeraldo (così chiamata forse
per il costo), una leva che infine apre lo sportellino. Sta scritto sul cassonetto come fare. È più
complicato andare in bicicletta. E poiché a Ferrara tutti vanno in bicicletta, se si sente dire che il
cassonetto non funziona, vuol dire che è una trappola. Non che ci siano ferraresi tonti.
CONCLUSIONE. Dall’esame fatto, l’intelligenza del sistema rifiuti non supera il 2%. Ma se
qualcuno insiste per alzarla fino al 4% non è il caso di sfidarlo a duello.
Comunque l’intelligenza non è assente: mai sentita l’espressione “d’intelligenza col nemico”?
Ecco, qui pare proprio sia dimostrata “l’intelligenza del Comune col nemico pubblico Hera”.
Paolo Giardini
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