Scoperta una targa alla memoria di Nino Bonnet durante la ricorrrenza dello sbarco di Anita e Garibaldi (3 agosto 1849).
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Da Comune di Comacchio
Con la deposizione di una corona di alloro davanti alla lapide che, sulla Loggia del Grano a Comacchio, evoca il passaggio dell’Eroe dei Due Mondi sul territorio, si è aperta questa mattina in centro storico la giornata di commemorazione del 3 agosto 1849. Lo storico sbarco di Anita e Giuseppe Garibaldi sulla spiaggia di Magnavacca costituisce una delle tappe salienti della Trafila Garibaldina, che ha preso il via la mattina del 2 agosto 1849 da Cesenatico. Per ricordare quella che è stata una pagina decisiva nel cammino risorgimentale di unificazione della penisola italiana, le Autorità civili e militari e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, questa mattina hanno anche reso omaggio alla figura del comacchiese Gioacchino (Nino) Bonnet, definito dallo stesso Garibaldi, “mio angelo salvatore”. Dapprima è stata deposta una corona di alloro accanto alla tomba nel cimitero di Comacchio, dove riposa il patriota garibaldino. A seguire, il corteo, presieduto dal Consigliere Comunale Giovanni Bandini e dalla Consigliera comunale Roberta Fogli Iseppe Cavalieri, si è trasferito a Porto Garibaldi per la deposizione di due corone in Piazza 3 Agosto e in via Ugo Bassi, dove è situata la scultura raffigurante Anita e Garibaldi tra i canneti delle valli di Comacchio, opera realizzata nel 2011 da Nicola Zamboni e Sara Bolzani, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Toccante la cerimonia di scopertura di una targa, posta su una parete di Viale G. Matteotti 30, dedicata alla memoria di Nino Bonnet. Edificata in stile liberty, Villa Bonnet, fu l’ultima dimora dell’eroe risorgimentale. Come ha avuto modo di ricordare questa mattina lo storico Aniello Zamboni, “in questo giorno che celebra il 168° anniversario dello sbarco di Garibaldi sulla nostra Marina, abbiamo voluto ricordare l’incomparabile, operare di Gioacchino Bonnet e con lui la generosa partecipazione degli umili, che egli coinvolse nella grande e memorabile impresa. L’abbiamo fatto – ha dichiarato lo storico -, con un messaggio scritto sul marmo, sulla facciata della bella casa di Magnavacca, ove l’Angelo Salvatore chiuse la propria esistenza terrena, con l’amorevole ospitalità delle figlie Imelde ed Annina e del genero Acquirino Pinza, illustre uomo politico locale e Sindaco di Comacchio, a cavallo tra il XIX ed il XX secolo.” Questo e tutti gli altri momenti celebrativi in programma, sono stati organizzati dall’Associazione Amici del Capanno di Garibaldi, in collaborazione con il Comune di Comachio. Prima della deposizione dell’ultima corona di alloro, al Capanno Garibaldi del Lido delle Nazioni, dove Anita morente e Giuseppe Garibaldi trovarono ospitalità in quel lontano 3 agosto 1849, si sono tenuti i discorsi celebrativi. Il Presidente dell’Associazione Amici del Capanno Garibaldi, parlando della rinascita risorgimentale, grazie all’Eroe di Caprera, ha definito “Comacchio vera fucina del volontarismo garibaldino.” La chiusura delle celebrazioni è stata affidata al Consigliere Comunale Giovanni Bandini. Ringraziando autorità, associazioni e turisti presenti, Bandini ha rivolto sentiti cenni di riconoscenza all’Associazione Amici del Capanno Garibaldi e ad Alberto Lealini per tutte le iniziative pianificate nella giornata odierna, culminate con la Trafila Garibaldina in bicicletta. “Oggi, insieme all’impresa compiuta da Garibaldi, al sacrificio di Anita, deceduta il giorno dopo, il 4 agosto, a Mandriole durante la fuga, vogliamo ricordare – ha sottolineato Bandini -, anche quei comacchiesi che hanno contribuito a scrivere quelle pagine di storia, per riscattare un’Italia ancora frammentata, restituendole unità e indipendenza.”
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