Cia Ferrara: ottima notizia l’esenzione certa dall’Imu per le Società Agricole
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Da Cia Ferrara
Una sentenza della Corte Tributaria della Regione Emilia-Romagna ha stabilito in maniera chiara che le società in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale (Iap) sono esenti
FERRARA – Continua la battaglia per ottenere l’esonero completo del pagamento dell’Imu per tutti coloro che svolgono attività agricola in maniera diretta. Arriva in questi giorni una presa di posizione netta, con la sentenza 1835/1/2017 della Corte Tributaria Regionale dell’Emilia Romagna, che stabilisce chiaramente l’agevolazione fiscale anche per le società agricole in possesso di qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (Iap). Sui soci delle società agricole c’era stata, finora, incertezza e confusione normativa, in particolare per lo “scontro” tra Ministero – che le esonerava – e Comuni che avrebbero voluto riscuotere la tassa. Secondo Cia – Agricoltori Italiani Ferrara questa decisione ha un grande valore per il settore agricolo, già abbastanza bersagliato da oneri fiscali e orpelli burocratici.
«L’esenzione dal pagamento Imu per le Società Agricole era chiara per il Ministero ma non sempre applicata in concreto – spiega Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara. La norma stabilisce che le società di persone possono avere la qualifica di Iap come proprietarie o conduttrici di aziende agricole e dunque usufruire dell’esenzione. Il problema è l’iscrizione all’Inps che riguarda le persone e non le società e questo rende la norma “interpretabile” e provoca difficoltà nella verifica dei requisiti per l’esonero. Questa sentenza arriva, infatti, in un momento particolarmente significativo perché si stanno facendo molti accertamenti sulle posizioni fiscali delle società agricole, che finiscono quasi sempre per negare le agevolazioni». Secondo il presidente Cia ci sono, però, ancora due figure del settore che continuano a pagare l’Imu, sulle quali occorre intervenire al più presto, modificando la normativa: i coadiuvanti agricoli e i proprietari che concedono in affitto i terreni.
«Noi partiamo da un concetto molto semplice: chi coltiva la terra direttamente o può contribuire al ricambio generazionale, deve essere esentato – continua Calderoni. Nel primo caso parlo dei coadiuvanti agricoli, quelle figure che, pur non essendo titolari di partita Iva agricola contribuiscono direttamente alla gestione dell’azienda. Nei mesi scorsi l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha chiesto ai Comuni di far pagare l’Imu ai soggetti che non possiedono il requisito oggettivo del “possesso e conduzione” di terreni agricoli, andando contro alle direttive dirette del Ministero. Ci sono poi i proprietari di terreni che affittano o danno in uso i terreni. Siamo consapevoli – conclude il presidente Cia – che loro non conducono più direttamente il fondo ma questo finisce per penalizzare i giovani agricoltori, che spesso iniziano l’attività proprio attraverso l’affitto del terreno. Se i proprietari pagano l’Imu, questo onere fiscale finisce con l’incidere sul canone d’affitto. Noi proponiamo che siano esentati dal pagamento i proprietari di terreni che affittano ai giovani under 40, per favorire il necessario ricambio generazionale».
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