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Attorno al caso del dottor Massimo Masotti, sollevato nei giorni scorsi da ferraraitalia, si è sviluppato un animato dibattito. Tutti i commenti sono stati pubblicati e gli interventi sono stati riportati nella loro integralità, senza alcuna omissione.
Gli interrogativi che la vicenda suscita sono essenzialmente tre.

1. Può un medico essere razzista? Ossia: sarà in grado di esercitare senza alcun pregiudizio la propria opera assistenziale?
2. La palese ostentazione di questo suo credo non è massimamente inopportuna? E non corrobora il legittimo sospetto circa la capacità di anteporre la deontologia alle proprie intime convinzioni nello svolgimento della pratica professionale?
3. Possono l’Ordine dei medici e un’associazione filantropica come i Lions essere rappresentati da chi professa tali teorie razziste?

Si tratta di interrogativi di ordine generale, non inficiati dalla considerazione che, nella fattispecie, il medico in questione è da qualche tempo in pensione; tanto più che Masotti continua, comunque, a svolgere ruoli di rappresentanza istituzionale della categoria; e che i medici sostengono che il loro non è semplicemente un lavoro, ma una missione; e pertanto il camice non si dismette mai…

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Sergio Gessi

Sergio Gessi (direttore responsabile), tentato dalla carriera in magistratura, ha optato per giornalismo e insegnamento (ora Etica della comunicazione a Unife): spara comunque giudizi, ma non sentenzia… A 7 anni già si industriava con la sua Olivetti, da allora non ha più smesso. Professionista dal ’93, ha scritto e diretto troppo: forse ha stancato, ma non è stanco! Ha fondato Ferraraitalia e Siti, quotidiano online dell’Associazione beni italiani patrimonio mondiale Unesco. Con incipiente senile nostalgia ricorda, fra gli altri, Ferrara & Ferrara, lo Spallino, Cambiare, l’Unità, il manifesto, Avvenimenti, la Nuova Venezia, la Cronaca di Verona, Portici, Econerre, Italia 7, Gambero Rosso, Luci della città e tutti i compagni di strada

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