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Da Organizzatori

Chilometri e chilometri di platani protetti da guardrail, a parte delle rarissime eccezioni che si contano sulle dita di una mano, tra cui quello contro cui si è schiantato Raffaele Castaldini: un’assurda sventura ma anche un’omissione fatale, perché lì, a ridosso della carreggiata, quell’albero non ci doveva essere, perlomeno senza presidi di sicurezza.
Ancora sotto shock per la tragica morte del proprio caro, si stanno ponendo mille domande i familiari del 61enne di Final di Reno, nel comune di Tresigallo, rimasto vittima il 29 maggio scorso nei pressi di Villanova di Denore di una terribile uscita di strada mentre percorreva con la sua Ford Focus via Pomposa, tratto della Provinciale 15.
“Lele”, com’era soprannominato Castaldini, che lavorava come saldatore al Petrolchimico di Ferrara e che lascia la moglie Marisa e due figli poco più che ventenni, Elisa e Luca, per cause ancora da accertare ha perso il controllo della sua vettura centrando in pieno un possente platano a bordo strada: un impatto fatale, che non gli ha lasciato scampo.
Si tratta dell’ennesima vittima degli “alberi” in Italia; per dare la dimensione del fenomeno, secondo i dati dell’apposito Osservatorio dell’Asaps, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, nel 2015 nel nostro Paese sono state ben 127 le persone che hanno perso la vita in seguito a schianti contro un albero, e 255 sono rimaste ferite: un bollettino di guerra.
Le norme vietano di piantare alberature lateralmente alle strade o impongono distanze minime, sei metri, nella fattispecie in alcun modo osservata, prescrivendo anche la protezione e la messa in sicurezza degli ostacoli fissi, tra cui appunto gli alberi. Prescrizioni che la Provincia di Ferrara, proprietaria dell’arteria in questione, conosce bene ed ha in larghissima parte rispettato, se è vero che la Sp 15 è costeggiata per lunghi chilometri da platani appositamente protetti da guardrail. Non proprio tutti però, perché, tragica fatalità e sciagura, quello costato la vita a Raffaele Castaldini non era riparato da nulla: una lacuna che fa specie, considerata la diversa attenzione giustamente riservata a tutte le altre piante. Non solo. In quel tratto di circa 150 metri inspiegabilmente senza guardrail, si ergevano altri 5-6 platani che sono stati tagliati e di cui sono ancora ben visibili i ceppi: perché non è stata abbattuta anche la pianta contro cui si è schiantato il 61enne?
Domande che tormentano i congiunti della vittima perché è chiaro che, se quell’albero non ci fosse stato, o se fosse stato protetto, la fuoriuscita di strada avrebbe verosimilmente causato conseguenze molto meno gravi. E Raffaele con ogni probabilità sarebbe ancora vivo.
La famiglia della vittima, per fare chiarezza sui fatti e ottenere risposte, attraverso il consulente personale Luigi Peron, si è dunque rivolta a Studio 3A, società di patrocinatori stragiudiziali specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni genere di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, che segue numerosi incidenti simili e che ha anche portato a “Mi Manda Rai tre” il caso della giovane friulana Alessandra Clama, rimasta in stato vegetativo dopo uno schianto contro un platano: qui è stata citata in causa Friuli Venezia Giulia Strade, ente gestore della strada.
Gli esperti della società stanno verificando tutta la documentazione, hanno già effettuato un sopralluogo, appureranno con un’apposita perizia se e quali responsabilità nella tragedia abbia la Provincia di Ferrara e si attiveranno di conseguenza per rendere verità e giustizia ai propri assistiti.

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