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Da Cna Ferrara

Il presidente Davide Bellotti presenta le linee di impegno dell’Associazione per i prossimi mesi. Il direttore Benatti: segnali positivi, ma occorre aprire una nuova fase
più favorevole alla crescita delle imprese

Ferrara – Una precisa assunzione di responsabilità verso lo sviluppo dell’economia del territorio: questo il preciso intento di Cna, espresso dal suo nuovo presidente provinciale Davide Bellotti che, nell’incontro stampa che si è tenuto presso la sede dell’Associazione, ha tracciato le linee di iniziativa dei prossimi mesi, gettando sul tappeto, in primo luogo, l’impegno delle imprese e dell’Associazione a fare fino in fondo la propria parte per ricominciare a crescere.
Progetti e reti d’impresa, volontà di investire nell’economia locale, cogliendo le opportunità del mercato, disponibilità al dialogo, capacità di predisporre strumenti tecnici e finanziari atti a supportare lo sforzo innovativo loro richiesto. “Questo – ha precisato Bellotti – spetta alle imprese e alla Cna, che ne rappresenta le domande di sviluppo e di crescita della propria capacità competitiva”. “Ma – ha subito aggiunto – occorre un salto nei processi decisionali che le coinvolgono”.
Il messaggio di Cna alle istituzioni locali è netto: vogliamo essere presenti preliminarmente nelle scelte strategiche – questa la sostanza – e poter dire la nostra, perché è esclusivamente delle imprese la competenza sui propri fabbisogni e sul loro rapporto con il mercato. Qualsiasi politica di sviluppo deve, quindi, averle come protagoniste.
L’incontro stampa è stato occasione per presentare la nuova presidenza, eletta dall’Assemblea Quadriennale dello scorso 11 maggio, composta, oltre che dal presidente, dai vice – presidenti Roberto Bonora, Federica Bordin, Matteo Fabbri, Claudio Marzola e Alberto Minarelli, con la conferma del direttore provinciale Diego Benatti.
“A Ferrara abbiamo una classe imprenditoriale all’altezza delle sfide dello sviluppo del territorio nel suo complesso, dall’Alto Ferrarese al Delta”, ha sottolineato quest’ultimo, osservando come, qualora le proposte di Cna andassero in porto, si creerebbero le condizioni di un ambiente più favorevole allo sviluppo delle imprese. “Non mancano nuovi segnali – ha puntualizzato Benatti – come quello dell’aumento dell’occupazione tra le piccole e medie imprese (+ 3,1%, nell’ultimo anno, rispetto al campione di quasi 900 imprese amministrate da Cna). Ma le condizioni dell’economia rimangono ugualmente complesse, e le imprese artigiane e pmi continuano ancora a calare”.
Dalla presidenza di Cna, non un elencazione di obiettivi, ma precise priorità e strategie di azione: dalla attuazione univoca e omogenea su tutto il territorio di normative di rilevanza essenziale per l’economia locale, come il Codice appalti, all’applicazione di comuni e più snelle procedure burocratiche previste dai regolamenti pubblici (parola d’ordine: alleggerire il peso della burocrazia sulle imprese). Indispensabile, inoltre, la diminuzione del carico fiscale sulle attività imprenditoriali e una tassazione agevolata – come più volte richiesto – per le neo imprese. Ancora, si sollecitano maggiori condizioni di sicurezza e legalità nelle aree e insediamenti produttivi del territorio provinciale, come condizione, tra l’altro, per assicurarne l’ulteriore crescita, oltre che le condizioni di operatività.
Ma, qui sta il passaggio tentato attualmente da Cna, il rapporto tra imprese e istituzioni locali deve cambiare: è richiesta una collaborazione più forte e stringente, rispettosa dei ruoli, ma anche rivolta all’integrazione e alla costruzione concreta di piattaforme condivise, progetti a cui ciascun soggetto contribuisca tangibilmente per la propria parte. Dalla cultura al turismo, dall’applicazione dei processi di digitalizzazione a quelli di accesso a Industria 4.0: le imprese possono occupare validamente spazi nei quali è interdetto il ruolo del pubblico. Ad esempio, nelle iniziative rivolte alla commercializzazione dell’offerta culturale e turistica locale, nella creazione di reti imprenditoriali atte a supportare progetti di carattere pubblico – privato, o nello sviluppo di una economia a ridosso di nuove aree di mercato. Ma per fare ciò servono investimenti, risorse da destinare a obiettivi comuni, ma soprattutto integrazione e una nuova e diversa disponibilità a lavorare insieme.

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