Il nome del signor Renzi fa parte del lessico della mia famiglia. Mio padre amava scherzare con la zia Olga, sorella della mamma, bolognese puro sangue e, ogni volta che ci s’incontrava – Natale, Pasqua, eccetera – immancabilmente papà, nel mezzo dei discorsi che si facevano, diceva “ma sai, Olga, chi ho visto e ti saluta?” e lei, incuriosita, “chi?” e papà “il signor Renzi”. Il signor Renzi non esisteva , era una semplice invenzione di mio padre per sorprendere ogni volta la zia e prenderla bonariamente in giro: “Ma Dio! – diceva la zia – basta prendermi in giro e io che ci casco sempre!” Era un modo bonario per esprimere il reciproco affetto. Infatti lo sketch finiva sempre in una risata da parte di tutta la famiglia. Con il tempo il signor Renzi è venuto a significare il signor Nessuno: chi avrebbe immaginato che sarebbe arrivato, e così in fretta, fin lassù? Ora il signor Renzi dovrà pur ringraziare chi l’ha votato, ma soprattutto dovrà ringraziare le sue due stampelle, Bugia Berlusconi e Ingiuria Grillo, chè, se non ci fossero stati loro e dargli addosso forse gli italiani non l’avrebbero votato in modo travolgente: infatti, Berlusconi è in precipitosa caduta libera e gli italiani non amano chi perde, perdere in Italia è un errore insanabile, e la precipitosa discesa del mezzo cavaliere è cominciata, io credo, proprio nel momento in cui, per imitare Ingiuria Grillo, è andato giù di testa con gli insulti, mettendo insieme (no, Mussolini non l’ha toccato) Hitler, Stalin, Robespierre, in una baraonada storico-politica che soltanto una mente non allenata allo studio avrebbe potuto immaginare. Cavoli suoi. E cavoli nostri che l’abbiamo dovuto ascoltare, nonostante una inutile, inascoltata, insolente (per noi) condanna. L’altro, Ingiuria Grillo, – confessiamolo – ha un pochino esagerato con le contumelie. Lui, Ingiuria, ha detto “non siamo violenti, ma cattivi si”, no, caro Ingiuria, non cattivo, ma poco intelligente. Non ci hai dato un solo progetto socio-politico , non ci hai detto una sola parola sulla tua idea di società: di sinistra, di destra? Ah, scusa queste sono vecchie categorie di pensiero che tu e il tuo amico, quello con tutti quei capelli (sporchi?) e il viso da funerale, avete cancellato. Basta ideali, basta partiti figli degli ideali avete detto, noi siamo il nuovo, unico verbo da ascoltare, noi siamo dio (lo scrivo con la “d” minuscola), avete puntato sulla decerebralizzazione a cui sono stati condannati negli ultimi vent’anni berlusconiani quasi sessanta milioni d’italiani. Troppo impegnati a guardarvi allo specchio e alle registrazioni televisiva, ma non vi siete accorti che il paese si era stancato anche degli insulti. Meno male.
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Gian Pietro Testa
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