Da ufficio stampa Lega Nord Emilia-Romagna
Focus su Cona: riaperte le sale operatorie, ma restano i problemi sulla provincia
«La riapertura delle sale operatorie di Cona è un timido segnale. La sensazione, supportata dai dati, è quella di una rete provinciale dei servizi sociosanitari in sofferenza, a causa degli scarsi investimenti e del disinteresse per i piccoli presidi periferici.» Traccia il punto della situazione, il capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri. Intervenuto immediatamente, in Regione, all’indomani della comunicazione secondo la quale a Cona erano stati sospesi tutti gli interventi non urgenti programmati. A causa di ragioni organizzative (il tilt dell’ospedale, a causa di qualche epidemia di stagione?). Fabbri aveva immediatamente interrogato sul tema l’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi. Anche in virtù di altre emergenze sul territorio, a cominciare dall’allarme lanciato da alcune associazioni di categoria, della chiusura del punto nascita del Delta. Ma non basta: «Nel 2015, sono state 201mila le prestazioni (riferite al 2013) fornite dalle strutture sanitarie e ambulatoriali veneti, per quel che attiene i pazienti in arrivo dalla provincia di Ferrara. Sappiamo che questa migrazione continua, verso questa regione e in Lombardia, principalmente a Santa Maria Maddalena e Pieve di Coriano, rappresenta un costo. La migrazione passiva – avverte Fabbri – ha ricadute importanti sui bilanci dell’Ausl di Ferrara e sulla Regione. Tra le ragioni di quello che tecnicamente è chiamato overbooking (ovvero, l’eccedenza di prenotazioni, rispetto alla disponibilità dei posti; ndr) c’è anche la riorganizzazione della rete provinciale dei posti letto, calati di circa 450 unità in circa cinque anni: dai 1807 del gennaio 2012 ai 1363 dichiarati nell’ultima Conferenza socio-sanitaria dello scorso lunedì 30 gennaio. L’aver trascurato le strutture periferiche ed i piccoli presidi, con scarsi investimenti in tal senso, ha sommerso Cona di codici bianchi e verdi e questo crea il problema.» Insomma, le sale operatorie saranno anche state riaperte, ma i problemi – di personale, organizzativi e di bilancio – della rete sanitaria provinciale sono tutti lì, in attesa che qualcuno se ne occupi
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