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Da ufficio stampa Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Tutti gli ebrei italiani sono passati per Fossoli prima di finire nei lager tedeschi, compreso Primo Levi. La III G del Liceo “Roiti” è stata la prima classe del Paese a sviluppare un progetto di ricerca per approfondire le identità dei deportati ferraresi che furono imprigionati nel campo nei pressi di Carpi. In occasione del Giorno della Memoria, mercoledì 8 febbraio, alle 10.30, nell’Aula Magna della sede in via Azzo Novello, la classe presenterà i risultati ottenuti “Da Ferrara a Fossoli”. Prima di ascoltare la voce degli studenti interverranno il preside Donato Selleri, Cristina Sanguineti, direttrice dell’Archivio di Stato di Ferrara, Marzia Luppi, direttrice della Fondazione ex Campo Fossoli e il docente Giorgio Rizzoni, che ha seguito passo passo gli allievi. Le conclusioni spetteranno ad Anna Quarzi.

La Fondazione ex Campo Fossoli si è occupata di rendere fruibile un database con i nomi delle 7mila persone che furono trattenute nel campo di concentramento. Nell’aprile del 2016 i dati raccolti sono statti messi a disposizione anche per la consultazione online, dopo un enorme lavoro tra archivi italiani e tedeschi. «Furono una quarantina i deportati nati nei dintorni di Ferrara – spiega la direttrice Luppi – più quattordici quelli arrestati in loco. L’aiuto dei ragazzi è stato fondamentale e speriamo diventi un progetto pilota. Li ho osservati andare a fondo, svolgendo una ricognizione puntuale; perciò sarebbe importante coinvolgere le scuole di altre città, perché centinaia di ebrei, prigionieri politici e militari nemici provenivano da Bologna, Mantova e Firenze. Molte delle schede biografiche che abbiamo impostato sono scarne e comprendono solo il nome, il luogo e la data di nascita, e quelli di arresto. Manca l’esistenza di questi individui, il loro spessore umano. È come passare da un disegno in bianco e nero a uno a colori. Il lavoro intrapreso dagli studenti non è semplice, dovendo incrociare le notizie raccolte dalle fonti con le nostre richieste. Inoltre hanno redatto un apparato di note con i particolari che hanno deciso di salvare affidandosi alla loro sensibilità. Li ho visti lavorare con una passione incoraggiante, specie nel momento in cui hanno riconosciuto l’autorevolezza di quei documenti».

L’idea del progetto è scaturita da collaborazione più che decennale con l’Archivio di Stato di Ferrara, che ha fornito i fascicoli necessari. «È un approccio che permette ai ragazzi di acquisire un metodo di ricerca – prosegue Rizzoni – Invece di studiare la storia solo sui libri, devono ricostruirla sul campo. Le carte esaminate sono tanti pezzi disarticolati di una vita che vanno ricomposti. Da un punto di vista etico si rendono conto che hanno a che fare con chi abitava nelle loro stesse strade e poi è scomparso nei forni crematori. Ma non è l’unica attività che svolgiamo per il recupero della dimensione memoriale, per formare i nostri allievi con dei valori. Integriamo questo lavoro con i Viaggi della Memoria, grazie alla guida dell’Istituto di Storia Contemporanea». La mattina si concluderà con la proiezione del video Chi verrebbe a cercarci qui, in questo posto isolato?, girato da tre ragazze della III G, Beatrice Borghi, Zeina Rizzi e Margherita Rizzieri, durante l’ultimo viaggio a Lione, nei luoghi dove ricordare restituisce dignità a chi la perse ingiustamente.

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giornata della memoria campo fossoli carpi

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